giovedì 11 agosto 2011

Così ragionano molti italiani

La mia esperienza in giro per la Rete (Facebook, Blog, Newsgroup, Forum, etc.) quantificabile in poco più di 11 anni (fine 1999) mi ha portato a conoscere il modo di molti italiani di indignarsi e/o far credere di contrastare la politica italiana ... che si può dire non piace più a nessuno.


Non ho mai sentito persone contente della classe politica italica nondimeno, pur indignandosi verbalmente e sempre in maniera più rimarcata ad ogni legislatura, sono tutti ancora lì a votare, a pagare ogni balzello, a fare il tifo sostenendo le farse di piazza che organizzano i loro stessi carnefici con la loro partecipazione.


Insomma tutti si lamentano ma la classe politica italica diventa sempre più forte, più prepotente, più ricca e meno democratica (v. le critiche fatte da molti politicanti ai risultati degli ultimi 4 referendum svoltisi).
Mi piacerebbe sapere come pensano di cambiare le cose (la politica italica) queste persone così ligie al dovere e noncuranti del calpestamento dei loro diritti (e non solo di quelli delle persone corrette, oneste, disagiate, sulla soglia della sopravvivenza). Mi piacerebbe sapere quanto pensano di vivere queste persone per vedere un cambiamento che giovi anche a loro ma soprattutto alle generazioni che verranno (figli e nipoti).


Mi piacerebbe sapere tante cose da queste persone ma ormai ci ho perso la speranza perché è più di un decennio che faccio domande senza ottenere risposte.


Credo che qualcosa non quadri e non possono essere soltanto 945 individui (parlamentari) su una popolazione di 60.000.000 di abitanti il male dell'Italia e della democrazia (intesa come sovranità del popolo).
A questo punto credo che i maggiori responsabili siano gli italiani (che votano sempre, se ne fottono della Costituzione italiana, non vogliono la democrazia e ubbidiscono sempre ad ogni stronzata imposta dai farabutti che governano e legiferano).

Tirem innanz (tiriamo avanti) e guerreggiamo pure fra di noi e sopravviva il migliore (o chi è più ruffiano e bastardo).


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