domenica 15 gennaio 2012

Risposta ad un utente Facebook - Costituzione italiana e leggi costituzionali e ordinarie

Cos'è una Costituzione ?


Una Costituzione, in materia legislativa, è una legge guida (v. l'art. XVIII disp. trans. e finali Cost. italiana) da ritenersi legge fondamentale.
E' un insieme di principi che si devono attuare e regolamentare nel tempo con delle leggi ordinarie e con delle leggi costituzionali. E' un modello che gli organi preposti a fare le leggi devono seguire attentamente ed a cui devono fedelmente attenersi quando fanno le leggi.


Senza leggi ordinarie i principi/guida esposti nella Costituzione sarebbero inapplicabili e di nessun valore perché non sono determinati nella Costituzione i necessari dettagli affinché i suoi principi vengano applicati e garantiti all'atto pratico.


Senza leggi costituzionali la Costituzione non potrebbe essere modificata secondo il naturale evolversi dei tempi, delle abitudini, delle esigenze, etc. della popolazione.


La nostra Costituzione ci indica infatti che le leggi ordinarie devono essere in armonia con i principi esposti in essa, ovvero che devono essere legittime, pena la loro cancellazione (artt. 136 e 134 Cost.).


La nostra Costituzione ci indica pure che può essere modificata (art. 138 Cost.) con leggi costituzionali o di revisione costituzionale e che tali leggi, a meno che non siano votate in seconda seduta dai 2/3 dei membri di entrambe le camere (art. 138 comma 3), possono essere approvate o meno dal popolo attraverso referendum confermativo facoltativo, promosso da 500.000 elettori e da altri (v. art. 138 comma 2).


La nostra Costituzione è stata modificata più volte nel tempo e le modifiche più importanti sul piano democratico, ovvero sulla partecipazione popolare dei cittadini sovrani (art. 1 comma 2 Cost.) sono state introdotte con le leggi costituzionali n. 1 del 1999 e n. 3 del 2001 (v. questo post) perché a livello locale hanno favorito il decentramento e la partecipazione dei cittadini più di quanto non sia stato fatto a livello nazionale (v. art. IX disp. trans. e finali e art. 5 Cost.)


Il vigente testo della Costituzione è questo... c'è poco da fare.


Ora, siccome sono un sostenitore della Democrazia Diretta e della sovranità che appartiene realmente al popolo, cito un solo esempio di come è stato attuato con legge un diritto costituzionale dei cittadini:


Art. 75 Cost.

"È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.


Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.


La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.


La legge determina le modalità di attuazione del referendum."



La Costituzione fin dal 1948 prevedeva che una legge fatta dal parlamento poteva essere abrogata totalmente o parzialmente dal popolo, ma richiamava una legge che si sarebbe dovuta emanare per determinare le modalità di utilizzo e di attuazione del referendum abrogativo delle leggi ordinarie (v. comma 4).
Fino a che non fu emanata detta legge, e precisamente la Legge 25 maggio 1970, n. 352, il popolo non poteva esprimere i diritti esposti non solo all'art. 75 Cost. ma anche quello di cui al comma 2 art. 71 e quello di cui al comma 2 art. 138 Cost.).
Il primo referendum abrogativo svoltosi in Italia risale infatti al 1974 (divorzio).


In sostanza, che piaccia o meno, le leggi sono quelle che regolano ogni attività dei cittadini e delle istituzioni e non la Costituzione che, come ripeto, è un modello che si DEVE seguire fedelmente nel fare le leggi. Se le leggi non piacciono o sono palesemente illegittime (anti-costituzionali) e se sembra che il parlamento o il governo non le vogliano modificare devono essere i cittadini, comunque sovrani, a scegliere come affrontare il problema, ma secondo gli strumenti di cui dispongono o, in alternativa, disobbedendo alle leggi che ritengono ingiuste,  con le eventuali conseguenze che la disobbedienza comporta in certi casi. A volte si rischiano denunce, a volte multe e a volte si rischia di essere ignorati.


Ovviamente le scelte migliori dipendono dalla conoscenza che ogni singolo cittadino ha o VUOLE avere, per non cadere nel Populismo.


Io propongo tre cose... due a livello nazionale ed una, prioritaria, a livello locale:

  1. Partire dai Comuni
  2. Astensionismo attivo
  3. Petizione






2 commenti:

  1. Allora, parto dal presupposto che pure io sono per la Democrazia Diretta, ho letto molto e studiato come te, cmq visto la necessità di muoverci il+ velocemente possibile e purtroppo, visto ch noi (escluso Val d'aosta, Trentino e San Marino) non abbiamo un referedum partecipativo, ma solo abrogativo. Per poterci affrettare, l'unica cosa (secondo il mio modesto parere) è non raccogliere 500mila firme, come vuole la legge per i referendum, ma nemmeno 50mila per la petizione. La mia idea, affinchè non si ricorra a qualcosa di anticostituzionale, è di raccogliere almeno 10 milioni di firme, queste non possono assolutamente essere ignorate, per di + se come ti dicevo, vengono consegnate personalmente da rappresentanti insieme alla tessera elettorale. Questa che io chiamo (ripeto IO) "elezione popolare" altro non è che un modo, per dire GLI ITALIANI NON VI VOGLIONO, quindi ve ne dovete andare.Certo deve essere accompagnata da una proposta popolare ben redatta, completa degli articoli della Costituzione ecc. Una sorta di votazione come hanno fatto in Islanda. spero di essere stata abbastanza chiara qui... ciao Arcangela

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  2. Ciao Angela... spero che farai presto parte di quei pochi matti che sostengono la democrazia diretta allora :-)
    Il tuo punto di vista è chiaro ma non il metodo perché quanto esponi non rientra nelle forme.
    Con la petizione si possono chiedere interventi legislativi (ad es. che si modifichi una legge in un certo modo e dettagliando come) o esporre comuni necessità (ad es. che i rappresentanti vengano eletti in un certo modo).
    Con le 50.000 firme non si propone una petizione, poiché per la petizione non è mai stato richiesto un numero precisato di firme in quanto non ancora regolamentata con legge, ma si può proporre un disegno di legge redatto in articoli di cui se ne sono sempre fottuto, e in questo caso si potrebbe proporre un disegno di legge elettorale. Con le 500.000 firme invece si possono proporre referendum abrogativi di legge ordinaria o confermativi di legge costituzionale ma come ho espresso anche in questo post, hanno reso impraticabili tutte le forme di democrazia diretta previste nella costituzoìione, a livello nazionale, con una maledettissima ed unica legge. La legge 352/70 (per questo ne propongo la modifica con una petizione, purché sottoscritta da milioni e milioni di cittadini. Dato che vedo l'impresa molto ma molto difficile la petizione la propongo ugualmente per far comprendere certi meccanismi italici e sono sempre più propenso all'astensionismo attivo per dire chiaramente quello che vuoi dire anche tu con la tua iniziativa. Nessuna legge mi impedisce di non votare mentre invece la legge elettorale impedirebbe a te di validare l'iniziativa suggerita. Credo che costi molto meno tempo, soldi e fatica scrivere una dichiarazione con cui si dice "avete rotto i coglioni tutti e non voto nessuno" attendendo sviluppi. Che ne dici ?

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