venerdì 3 febbraio 2012

Il Parlamento italiano - ecco come se ne fotte della Costituzione italiana in materia di giustizia

Con un precedente post avevo evidenziato come il parlamento ha applicato il principio/diritto esposto all'art. 24 della Costituzione italiana (Gratuito Patrocinio a spese dello Stato) e con un recentissimo post, come ha applicato il principio esposto all'art. 117 Cost.

Con questo post vediamo come il Parlamento italico ha invece applicato i principi esposti agli artt. 13, 27 e 111 Cost.


L'art. 13 recita:


"La libertà personale è inviolabile.


Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.


In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.


È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.


La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva."


L'art. 27 recita:


"La responsabilità penale è personale.


L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.


Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.


Non è ammessa la pena di morte."


L'art. 111 recita:


"La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge.


Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.


Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l'interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore; sia assistita da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nel processo.


Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'interrogatorio da parte dell'imputato o del suo difensore.
La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in contraddittorio per consenso dell'imputato o per accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita.


Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati.
...omissis...


Notate, ora, cosa recita l'art. 192 comma 2 del Codice di Procedura Penale:


"L'esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi a meno che questi siano gravi, precisi e concordanti."


Questo articolo del C.P.P.
prevede il processo indiziario che consente di sbattere in galera innocenti sulla base NON di prove effettive ma di indizi (spero che nessuno neghi l'esistenza di tanti casi di gente che ha vissuto in galera tantissimi anni per essere stata, poi, assolta).

Come tutti sapranno i Codici esistevano già prima dell'entrata in vigore della Costituzione italiana ed il processo indiziario non era previsto nel Codice in vigore dal 1930 (Codice Rocco).
Il Codice di Procedura Penale attualmente in vigore, a cui fu aggiunto il "processo indiziario", fu modificato da Giuliano Vassalli, a partire dal 1987. Come prima veniva chiamato anche il vecchio Codice (codice Rocco) ora il nuovo Codice è anche chiamato Codice Vassalli... che entrò definitivamente in vigore con D.P.R. 22 settembre 1988, n. 447.

Il processo indiziario introdotto quindi dopo l'entrata in vigore della Costituzione italiana si scontra abbastanza in maniera palese, a mio modesto avviso, con gli articoli sopra citati della Costituzione italiana... ma a quanto pare al Parlamento italico sta bene così.

P.S.
Avete notato la carriera politica di Vassalli ? 



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