venerdì 10 gennaio 2014

Chi deve attuare l'esito del referendum sull'acqua ?

Il 12 e 13 giugno 2011 si votarono 4 referendum, due dei quali riguardanti l'acqua.

I due quesiti referendari proponevano l'abrogazione di alcune parti di due differenti leggi dello Stato e il popolo si è espresso favorevolmente all'abrogazione di entrambe.

Ad oggi, dopo due anni abbondanti, nulla è stato fatto per attuare l'esito del referendum.

Chi deve provvedere al riguardo ?

Per comprendere la questione occorre prima esaminare alcune cose:


  1. La legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (fortemente criticata dalla sinistra italica) ha modificato l'art. 117 della Costituzione italiana, in armonia con i principi esposti all'art. IX delle disposizioni transitorie e finali ed all'art. 5 della stessa, definendo in maniera dettagliata le materie di competenza dello Stato e le materia di competenza delle Regioni nel rispetto della loro autonomia (cfr. anche l'art. 114 Cost.). Quello che "Renzi" il nuovo segretario e leader del PD (della sinistra italica) vuole abrogare riportando tutto nelle mani dello Stato centrale (parlamento e governo).
  2. Tutto quello che riguarda la produzione e la distribuzione dell'energia è stato definito materia concorrente e quindi di competenza regionale. E' il Consiglio regionale che deve legiferare e non lo Stato centrale.
  3. Per raggirare tale principio lo Stato centrale ha trovato le sue solite escamotages, adducendo alla "rilevanza economica" di tali servizi e materie, per invadere le competenze delle regioni.
In teoria lo Stato centrale non avrebbe neppure dovuto emanare tali leggi sottoposte poi a referendum e le Regioni avrebbero potuto adire direttamente la Corte costituzionale, ma essendo tutti figli della stessa madre, ovvero essendo i consigli regionali composti da esponenti degli stessi partiti in parlamento, questo non è stato fatto. Quando sono tutti d'accordo (maggioranze ed opposizioni) su una questione che chiama in causa gli interessi delle lobbies (ovviamente) sono ovviamente tutti complici (cane non mangia cane).

Al di la di questo, il dado fu tratto ossia il parlamento ha legiferato sulla questione e dopo un po di tempo è stato chiesto e votato un referendum dall'esito che conosciamo tutti.

Ora il discorso è molto semplice.
Se l'art. 117 Cost. lascia alle Regioni il compito di legiferare su determinata materia e lo Stato ha emanato una legge che scavalca tale potestà legando le mani alle Regioni si può fare ben poco fino a che esiste tale legge.
Una volta che tale legge viene abrogata dal popolo mediante referendum il compito di ridefinire la questione spetta alle Regioni poiché sono queste a dover legiferare secondo l'art. 117 della Costituzione italiana.

In definitiva in assenza di una legge, che nella fattispecie esisteva ed è stata però abrogata dal popolo, sono le Regioni a dover regolamentare la questione mediante legge regionale.

Spero di avere chiarito il concetto che, pur essendo una mia opinione personale, mi pare sia basato su una logica elementare e di facile comprensione.





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