venerdì 28 novembre 2014

Renzi, la Democrazia e la Costituzione italiana

Più il tempo passa e più mi convinco che gli italiani hanno nel DNA la propensione alla sudditanza ... ma non per scelta ponderata, bensì per comodità.

Preferiscono delegare POCHI altri e pretendono pure che i POCHI delegati facciano gli interessi di tutti (di milioni di persone che neppure conoscono) ... cosa assurda ed irrealizzabile ... la stupidità personificata.

L'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi,  vuole "togliere poteri alle regioni" con la nuova riforma (come testualmente leggo e sento dai media).

Che si vada a leggere bene gli artt. IX disp. trans. e finali e 5 della Costituzione italiana, sempre che ANCHE lui sappia cosa sia e come la considera (carta straccia come tutti prima di lui).

Purtroppo milioni di italioti votonti acclamano questo attuale capo di governo come il salvatore della patria del terzo millennio - senza comprendere che i suoi progetti di riforma costituzionale anziché per un progresso della democrazia sono a favore di un suo regresso, ossia per forme di governo più antiche e MENO democratiche.

Togliere potere agli enti locali significa togliere il più opportuno e miglior controllo dei cittadini sui loro rappresentanti ed è quello che volevano dittatori, imperatori, monarchi, oligarchi, aristocratici, etc.

Togliere poteri agli enti locali significa permettere allo Stato centrale di DERUBARE più tranquillamente la popolazione (credo superfluo elencare in che modo).

Togliere poteri agli enti locali significa fottersene altamente del graduale cammino verso il sistema democratico paventato dai padri costituenti andando nella direzione opposta - come già detto.

Gli italiani non hanno imparato un cazzo dalla storia e non impareranno più credo ... o forse (ipotesi più probabile) non vogliono imparare un cazzo per la solita ragione:

E' PIU' COMODO DELEGARE - ANCHE FACENDOSI DERUBARE DA 4 FURBASTRI IN POLITICA ... per poi LAMENTARSI SEMPRE E COMUNQUE.

Riporto sotto gli articoli costituzionali citati ed altri riferimenti legislativi che Renzi - e compagnia bella - devono spiegare cosa farsene.

Sia ben chiaro che le modifiche alla Costituzione erano già state calcolate e previste dai padri costituenti (cfr. art. 138 Cost.) purché non se ne stravolga totalmente la logica e l'obiettivo iniziale (la democrazia). I principi fondamentali non si possono modificare poiché costituiscono, a parere di TUTTI gli esperti sulla materia, la forma repubblicana dello Stato italiano (cfr. art. 139 Cost.).

Art. IX disp. transitorie e finali:
"La Repubblica, entro tre anni dall'entrata in vigore della Costituzione, adegua le sue leggi alle esigenze delle autonomie locali e alla competenza legislativa attribuita alle Regioni."

Art. 5:
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

La Legge di ratifica della "Carta Europea dell'Autonomia Locale" n. 439/1989, alla quale hanno fatto seguito le Leggi n. 142/1990 - n. 265/1999 - Dlgs n. 267/2000, sottolinea l'importanza del decentramento e della partecipazione popolare con l'introduzione nei vari Statuti degli enti locali - autonomi e indipendenti (cfr. art. 114 Cost.) di strumenti di democrazia diretta più incisivi quali sono i referendum (cfr. art. 8 Dlgs 267/00 comma 3). Solo con una maggiore autonomia e indipendenza degli enti locali è più facile esercitare forme di democrazia diretta - complementare alla democrazia puramente rappresentativa , che si è dimostrata inefficace se non fallimentare.

L'art. 117 della Costituzione aveva MEGLIO definito le materie di competenza dello Stato centrale e quelle di competenza delle Regioni.

Secondo un principio logico ed elementare è molto più facile - sia per i governanti e sia per i governati - capire e trovare le soluzioni più idonee al territorio in cui vivono comunità di persone.
E' assai più difficile prendere le decisioni più opportune per tutte le aree che si estendono per migliaia di chilometri in un territorio stando in un unico luogo.

I cittadini possono meglio dialogare con gli amministratori locali piuttosto che con quelli centrali e possono proporre e aiutare gli amministratori locali con più frequenza e facilità.
Questa è la democrazia e un miglior governo...

Se invece si vuole continuare a meglio nascondere le ruberie e le furbate dei pochi eletti militanti militonti nei partiti allora è meglio mantenere un potere più grande al CENTRO !
Basta avere sempre tanti idioti che li votano.

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