martedì 20 gennaio 2015

E' giusto pagare un riscatto per liberare italiani sequestrati all'estero ?

Premetto subito che non voglio esprimere la mia opinione personale poiché non conterebbe nulla come non conterebbe l'opinione di nessun altro cittadino come me (senza alcuna autorità e/o poteri istituzionali o rappresentativi).

Per questa ragione evito di rivestire i panni dell'"opinionista" poiché lo ritengo solo uno sfogo e nulla più - anche se è naturale per ogni individuo, dotato di cervello e capacità di pensare, esprimere opinioni su qualsiasi cosa.
Differente sarebbe nel caso in cui fosse il popolo (realmente sovrano) ad avere l'ultima parola sulle decisioni da prendersi.

Fatta questa premessa preciso che quanto segue vuole semplicemente evidenziare ancora una volta la pochezza della nostra classe dirigente politica quando affronta determinati problemi:

Nella fattispecie, a seguito del rilascio delle due ragazze rapite in Siria e come si usa in Italia dopo ogni fatto che suscita clamore, non si sente parlare altro che di questo ... è sempre così in Italia ... accade un fatto e i politicanti - grazie ai media - si sbizzarriscono in polemiche e liti a non finire per mesi e mesi (per poi gettare tutto nel dimenticatoio fino a che non si ripetono casi analoghi in seguito).

Iniziamo ad analizzare:

I rappresentanti dei vari partiti in parlamento hanno due punti di vista opposti e dibattono solo su questi due punti:

1) Se si paga un riscatto ai terroristi che rapiscono italiani all'estero i terroristi sono incentivati a sequestrare sempre altri italiani sapendo che lo Stato italiano pagherà sempre un riscatto con cui possono finanziare gli armamenti per portare avanti le loro rivoluzioni.

2) Se non si paga il riscatto si abbandonerebbero dei connazionali dimostrando al mondo che lo Stato italiano se ne frega dei suoi cittadini considerandoli solo vacche da mungere finché hanno latte (con la riscossione di tasse e balzelli vari).

In sostanza nei nostri rappresentanti - che ritengono sempre di essere i cittadini più adatti a prendere le decisioni migliori per il benessere della collettività e della nazione - non esistono mai vie di mezzo o situazioni intermedie che meriterebbero decisioni differenti. In sostanza si va da un estremo all'altro buttando tutti quanti nello stesso calderone.

Io vorrei che la gente considerasse che per ogni cosa bisogna prendere comunque una decisione che spesso ha due sole scelte, e che ogni decisione presa lascerà sempre qualcuno insoddisfatto. Tuttavia nella fattispecie del caso io credo che i nostri politicanti dovrebbero considerare anche altre situazioni ed altro genere di persone che potrebbero essere potenzialmente preda di rapitori ... invece di andare da un estremo all'altro senza vie di mezzo.

Chiarisco meglio:

1) Il riscatto va pagato o non pagato solo quando i rapitori sono terroristi o si affronta la questione anche quando i rapitori non sono terroristi ? (non esistono organizzazioni malavitose che pensano di fare soldi coi rapimenti ?).

2) Il riscatto va pagato o non pagato se i rapiti all'estero sono all'estero per determinate ragioni ?

Personalmente ho lavorato all'estero, e mi sono trovato anche benissimo nei luoghi dove sono andato, e mi scoccerebbe molto sapere che il mio Stato mi abbandonerebbe nel caso fossi rapito (a prescindere dalla natura dei rapitori). In sostanza dovrei mettermi il cuore in pace qualora i rapitori fossero terroristi o organizzazioni che lottano contro i loro governi per ottenere potere ? Dovrei sacrificare la mia vita per un paese che ha pensato sempre e solo di derubare gran parte del frutto del mio lavoro e del mio sudore ? 
L'Italia è molto più famosa all'estero per le grandi opere compiute da imprese e da lavoratori italiani (ponti - strade - dighe - ferrovie - porti - complessi alberghieri - aeroporti - centrali elettriche - estrazione di petrolio e gas) di quanto non lo sia per le missioni cosiddette "di pace" (ma quale cazzo di pace ?) e/o umanitarie.
Solo che delle missioni di pace e/o umanitarie i media ne parlano sempre (sarà perché servono consensi e soldi ai portatori di pace e di umanità altrove ?) ... dei lavori fatti dagli italiani all'estero non se ne parla mai (perché non si devono chiedere consensi e soldi).

Inoltre osservo che se in Italia non avessimo bisogno di volontari molta gente tanto altruista potrebbe anche andare ad aiutare altri all'estero (specie in Africa dove c'è solo miseria e malattie e meno terrorismo), ma dato che ci sono sempre più persone in difficoltà bisognose di aiuti in Italia non comprendo coloro che vogliono andare a fare del volontariato addirittura in paesi a rischio (terrorismo soprattutto). Potrebbero venire anche dei dubbi sulle  reali intenzioni di questi volenterosi ? Con tutti i posti che ci sono al mondo per andare ad aiutare gente in difficoltà io non andrei certo nelle terre dove ci sono guerre e ostilità perenni fra i popoli ... che si sbroglino da soli le loro faccende così burrascose.

Invece per i nostri politici il dibattito è incentrato sempre e solo su due punti e mettono tutti quanti in uno stesso calderone.
Molte cose sarebbero differenti se a decidere fosse invece il popolo anziché pochi "eletti" perché una intera popolazione (o parte di essa che decide di votare un referendum)  non deciderebbe secondo gli interessi nascosti di governanti - lobbies e similari.



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