domenica 17 giugno 2012

Il gusto di criticare

Qualcuno avrebbe il coraggio di affermare che una ferramenta è migliore di un'utensileria ?

Qual'è la differenza ?

La ferramenta non ha necessariamente utensili professionali e di vario genere che può avere un'utensileria.

Supponiamo di dover tagliare del pane e abbiamo a disposizione un coltello di plastica e uno di metallo ... potremmo mai affermare che il coltello di metallo non sia migliore del coltello di plastica per tagliare il pane ?

Similmente esistono democrazie puramente rappresentative, dove il popolo è sovrano per modo di dire ... (quella italica è una delle più ridicole), e democrazie dove il popolo possiede strumenti di democrazia diretta mediante i quali può esercitare un controllo sui suoi rappresentanti eletti e/o esprimere l'ultima parola sulle decisioni importanti da prendere nell'interesse della collettività e quindi della nazione.

Al riguardo anche se il nostro Paese non ha forti strumenti di democrazia diretta come alcuni paesi più evoluti democraticamente parlando, qualcosa prevede sia a livello costituzionale e sia a livello legislativo. Il problema è che detti strumenti sono stati in parte snobbati ed in parte ostacolati dai nostri rappresentanti eletti ed anche snobbati dai cittadini stessi.
Per citare alcuni esempi:

  • La petizione (art. 50 Cost.) manca ancora di una legge attuativa e non si può utilizzare appieno a livello nazionale. A livello comunale è prevista negli Statuti della quasi totalità dei Comuni ma in moltissimi di essi mancano i regolamenti attuativi degli istituti di partecipazione previsti dagli Statuti.
  • L'iniziativa di legge popolare (art. 71 comma 2 Cost.) non vale un cazzo poiché le proposte popolari sono sistematicamente dimenticate nei cassetti della varie commissioni parlamentari competenti per materia - a cui assegnate. Non vengono nemmeno esaminate e discusse pur essendo il popolo sovrano (art. 1 Cost.).
  • Il referendum abrogativo di legge ordinaria (art. 75 Cost.) oltre ad essere stato reso inaccessibile ai cittadini, e sempre promosso da chi secondo la costituzione non ne ha titolo (dai parlamentari e partiti) non vale un cazzo perché alcune materie abrogate dal popolo mediante questo referendum sono state reintrodotte senza nemmeno consultare il popolo (nucleare - ministero agricoltura - finanziamento pubblico ai partiti - acqua).
  • Il referendum confermativo costituzionale (art. 138 Cost.) è stato anch'esso ampiamente raggirato con la legge attuativa entrata in vigore con ben 22 anni di ritardo, mentre il parlamento italico ha emanato ben 13 leggi di natura costituzionale prima dell'emanazione della legge attuativa del referendum di cui sopra. Dopo l'emanazione della legge attuativa dei referendum e dell'iniziativa popolare (Legge n. 352 25 maggio 1970) è bastato ai politicanti italici mettersi d'accordo in sordina senza dare approfondite informazioni sui lavori in cantiere per evitare il referendum votando sempre le leggi costituzionali coi 2/3 dei membri di entrambe le camere. Spesso nessuno sapeva nulla riguardo alle leggi di natura costituzionale introdotte poiché i furboni hanno pure pensato di dare al popolo il diritto di chiedere il referendum sopo la seconda votazione delle camere anziché dopo la prima votazione (ecco perché non c'è mai stata un'adeguata informazione sui lavori parlamentari su questioni di estrema importanza come quelle che vanno a modificare la legge fondamentale della repubblica italica).
  • Anche a livello locale le cose non stanno diversamente poiché nonostante entrò in vigore una legge che doveva prevedere la partecipazione popolare e l'agevolazione di essa fin dal 1990 (legge n. 142 - art. 6) i furbastri - figli della stessa madre (dei partiti in parlamento) - hanno debolmente introdotto gli strumenti previsti da tale legge solo negli Statuti comunali ma non nei regolamenti - in molti casi ancora assenti.
  • Se poi andiamo a vedere la partecipazione dei cittadini prevista agli art. 46 e 102 Cost. c'è da mettersi le mani nei capelli, poiché anche in questi due casi manca una legge attuativa che dia ai cittadini la possibilità di esercitare i diritti previsti da quei due articoli della Costituzione.

Di fronte a queste cose gli italioti oltre a fare orecchie da mercante e fottersene altamente di tali questioni e diritti negati - esattamente come hanno fatto e fanno tuttora i loro rappresentanti "eletti" (le virgolette sono d'obbligo perché in Italia i rappresentanti non sono eletti dal popolo ma da se stessi) hanno pure il coraggio di criticare quei paesi provvisti di strumenti di democrazia diretta più forti ... paesi che, fra l'altro, stanno molto meglio del nostro sotto tutti i punti di vista e non solo quello economico, PIL, etc. etc.

Gli italioti, in sostanza, sono italioti e non sanno fare altro che criticare e votare dei parassiti che hanno ormai portato questo paese al fallimento totale per ingrassare a sproposito senza alcun merito e capacità !

Detta in parole povere criticare quei paesi dotati di forti strumenti di democrazia diretta, indipendentemente da quali siano tali paesi, equivale a non avere compreso e a non voler comprendere (per chissà quali motivi) che il nostro paese è molto ma molto arretrato sul piano "democrazia".... sarebbe come affermare che una ferramenta ha utensili più professionali e di vario genere di un'utensileria ... sarebbe come affermare che un coltello di plastica è più adatto di un coltello metallico per tagliare il pane.

Invece di criticare sarebbe a mio avviso molto meglio darsi da fare per ottenere strumenti più adatti per migliorare la democrazia italica ... e lo si può fare inizialmente partendo dai Comuni ... perché a livello locale esistono degli strumenti e delle basi legislative che ce lo permettono:

Art. 8 Dlgs 267/00 comma 3:

- Istanze

- Petizioni
- Proposte
- Referendum 
Forse in Italia potrà anche essere un'utopia ... poiché l'italiota in generale è un individuo a cui piace delegare sempre a qualcuno i compiti più importanti e poi lo critica se non è soddisfatto. E' un essere che predilige metterlo in culo al proprio vicino di casa (che sta peggio ovviamente poiché contro chi è socialmente più forte non ci si mette) ... e i buffoni in politica lo sanno benissimo da tempo.
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