giovedì 24 novembre 2011

Democrazia Diretta - Cos'è e come si può attuare in Italia

Con questo articolo, miscelando informazioni che ho espresso in maniera più approfondita ed ampia in precedenti articoli in questo mio Blog, vorrei esporre in maniera più chiara e sintetica possibile cosa è la Democrazia Diretta e come la si può attuare in Italia. Ovviamente quello che leggerete corrisponde a quelle che sono le MIE vedute sulla democrazia diretta e non il vangelo della democrazia diretta. 

Consentitemi prima una breve parentesi come premessa:
Girovagando per la rete internet, in cerca di un'immagine da associare a questo articolo, dopo aver digitato le parole "democrazia diretta" dal motore di ricerca "google" sono uscite moltissime immagini, fra cui alcuni loghi e bandiere di partiti politici.
A me personalmente più che farmi ridere mi fanno venire il voltastomaco certe scoperte per il semplice fatto che per i partiti tradizionali (vecchi e nuovi), che conosciamo più o meno tutti, la democrazia diretta è tabù. I politicanti italici sono per la maggiore dei farabutti ma non certamente stupidi... sanno bene cos'è la democrazia diretta ed è appunto perché lo sanno che cercano di adattarla a loro piacimento e presentarla come vogliono loro ai cittadini elettori, onde mantenere comunque quel potere assoluto che finora hanno sempre voluto mantenere. State attenti quindi, quando qualche partito acclama la democrazia diretta e spero che questo articolo possa aiutarvi ad addrizzare le antenne, quando qualche partito associa la democrazia diretta al proprio logo o alla propria bandiera. Chiusa parentesi.

Cos'è la Democrazia Diretta ?

prima di esprimere le mie considerazioni personali riporto in maniera sintetica la definizione che troviamo su Wikipedia:

La democrazia diretta è quella forma di democrazia nella quale anche i cittadini possono, nel rispetto delle regole previste, esercitare il potere legislativo.
Una buona definizione e sintesi di questa forma di democrazia è data da Andreas Auer Professore di Diritto Costituzionale all'Università di Zurigo e direttore delCentro di studi e di documentazione sulla democrazia diretta “La democrazia diretta si caratterizza per il fatto che il popolo è un organo dello Stato che esercita, oltre alle competenze elettorali classiche, delle attribuzioni specifiche in materia costituzionale, convenzionale, legislativa o amministrativa. Essa è dipendente o 'addomesticata' quando l'esercizio di queste attribuzioni dipende dall'intervento o dalla volontà di un altro organo dello StatoParlamento ocapo di Stato. È indipendente o 'propria' quando il momento ed il tema sul quale il popolo interviene non dipende che dalla volontà di quest'ultimo, o da un criterio oggettivo sul quale gli altri organi dello Stato non hanno influenza”. Auer prosegue con la considerazione seguente: “Così definita, la democrazia diretta non si oppone, ma completa la democrazia rappresentativa.”[1]
La democrazia diretta quindi è quel sistema legislativo nel quale nessun organo dello Stato detiene il potere legislativo in forma monopolistica [2].
Premesso ciò:

La Democrazia Diretta, in parole povere, è l'esercizio della sovranità popolare (quest'ultima  pilastro della democrazia) espresso dai cittadini elettori, quindi al di fuori da ogni rappresentanza eletta (o nominata)." Qualsiasi iniziativa dei cittadini elettori è esercizio DIRETTO della sovranità che gli appartiene.

Essa implica il diritto facoltativo ad ogni cittadino di esprimere, mediante un voto di pari valore a quello di ogni altro cittadino (eletto e non eletto), un parere decisionale che verrà poi attuato nel concreto dai rappresentanti eletti (con leggi e  dispositivi attuativi).
La decisione finale, quindi, sarà presa su un più ampio consenso e confronto poiché avranno partecipato alle discussioni più persone e si saranno valutati più pareri di persone competenti al di fuori della politica, oltre ai pareri dei rappresentanti eletti o di persone designate da questi ultimi.
La Democrazia Diretta è una componente essenziale e integrante della democrazia rappresentativa (non un sostituto di quest'ultima) perché permette al popolo sovrano di esercitare un controllo ed un'attività eventualmente correttiva sull'operato dei rappresentanti eletti di qualsiasi natura o corrente politica. Mediante essa si ridurrebbero indiscutibilmente i poteri di lobbies e della criminalità organizzata che possono prendere di mira i pochi governanti con minacce, corruzione, ricatti, intimidazioni, etc. Quando è il popolo a decidere difficilmente si possono minacciare e/o corrompere migliaia/milioni di persone.

Come si esercita la Democrazia Diretta ?

La Democrazia Diretta si esercita mediante:
  • Petizioni (richieste)
  • Proposte (di legge o di dispositivi attuativi)
  • Referendum consultivi (con cui i rappresentanti eletti chiedono il parere ai cittadini su quanto vorrebbero deliberare)
  • Referendum abrogativi (per abrogare leggi e/o delibere dei rappresentanti eletti)
  • Referendum confermativi (per confermare leggi e/o delibere dei rappresentanti)
  • Referendum propositivi (per imporre leggi o dispositivi attuativi ai rappresentanti eletti)
  • Referendum revocatori (per revocare il mandato/la carica ai rappresentanti eletti prima del termine della legislatura)
  • Referendum finanziari (per destinare una parte del denaro pubblico alle opere volute dai cittadini)
Esiste un altro tipo di Referendum, quello Deliberativo, che potrebbe essere usato per ogni questione ed in sostituzione di tutti gli altri tipi di Referendum... anche se il termine "deliberativo" a mio avviso dovrebbe indicare l'effetto vincolante del referendum, di qualsiasi tipo esso sia.
In Italia si sono inventati il referendum consultivo, NON vincolante per le amministrazioni, che non esiste in nessun altro Stato al mondo. Infatti una consultazione popolare attraverso referendum che non sia vincolante per l'amministrazione rasenta ben più del RIDICOLO.
In sostanza in Italia, a livello comunale, provinciale e regionale il referendum consultivo è un semplice SONDAGGIO... Si sente il parere della popolazione ma poi decidono i pochi eletti... il colmo della stupidità e della mala fede umana.

Ora benché il referendum sia la massima espressione della volontà popolare e lo strumento di democrazia diretta comunemente riconosciuto come più forte , non è il solo ed unico strumento, poiché qualsiasi atto/iniziativa provenga dai cittadini è esercizio diretto della sovranità popolare... perché proviene, appunto, dal popolo (che è sovrano). Il Referendum dovrebbe essere l'arma meno usata, ovvero l'estremo rimedio, il deterrente (per evitare che i rappresentanti facciano orecchie da mercante riguardo alle richieste cittadine presentate mediante altri strumenti). Se i rappresentanti eletti fossero obiettivi ed umili e riconoscessero il ruolo dei cittadini in una democrazia, quindi la loro sovranità, si comporterebbero diversamente sapendo che il popolo possiede il referendum per ribaltare le loro decisioni, ma non perché è il referendum ad essere l'unico strumento di democrazia diretta da usarsi.
Nel caso nostro, dell'Italia, sono convinto che se il popolo avesse degli strumenti referendari di ogni tipo (v. sopra), forse le petizioni (regolamentate ovviamente) e le iniziative legislative popolari già esistenti nella nostra costituzione, ma regolamentate in maniera differente da come lo sono ora, sarebbero sufficienti ad evitare in molti casi i referendum, che richiedono maggiori costi e lunghi preparativi. Ciò che proviene dai cittadini sovrani (quindi direttamente), al di la di quale strumento utilizzino, deve essere vincolante per i delegati dal popolo per il semplice fatto che la nostra Costituzione recita che il popolo è sovrano... (non i suoi rappresentanti) e che esercita la sua sovranità mediante gli strumenti in essa indicati. Si tratta, semmai, di regolamentare in maniera differente l'uso dei vari strumenti. Non ha senso affermare che non sono vincolanti petizioni e proposte legislative quando è palese il fatto che sono state ostacolate, ovvero non regolamentate o regolamentate male (perché così faceva comodo a qualcuno). Se non fossero vincolanti perché ostacolarle ? Nel caso nostro credo che non si tratta di disquisire su quali siano gli unici strumenti di democrazia diretta, perché se il referendum è l'unico strumento forte di democrazia diretta, noi all'atto pratico non abbiamo neppure quello... perché la volontà popolare espressa sull'abrogazione di alcune leggi è stata disattesa più di una volta (v. gli ultimi referendum del 12-13 giugno scorsi). Si tratta di riconoscere ONESTAMENTE cosa è la democrazia, la sovranità che appartiene al popolo, regolamentare ONESTAMENTE i vari strumenti di cui il popolo dispone e rispettarli ! E se non lo fanno i rappresentanti in qualche modo deve essere il popolo a pretenderne l'onesta regolamentazione ed il rispetto.

Come si può attuare in Italia la Democrazia Diretta ?

Come appena esposto la Democrazia Diretta si esercita mediante gli strumenti elencati sopra che devono essere regolamentati (si devono stabilire modalità di utilizzo, vincoli e tempi) e la si può attuare:
  • Apportando delle modifiche alla nostra Costituzione per estendere l'azione referendaria popolare in tutto il territorio nazionale e coinvolgendo tutta la popolazione.
  • Senza apportare modifiche alla nostra Costituzione per estendere l'azione popolare solo nelle aree territoriali, ovvero in ambito comunale, provinciale e regionale limitatamente ai cittadini che vivono in dette aree (ognuno a casa propria - per così dire).
Le modifiche alla Costituzione sono necessarie per attuare la democrazia diretta più incisiva a livello nazionale perché attualmente, in Italia, sono consentiti soltanto i Referendum abrogativo di legge ordinaria (art. 75 Cost.) e confermativo facoltativo di legge costituzionale o di revisione costituzionale (art. 138 Cost.).
Il popolo, in sostanza, può abrogare soltanto una legge fatta dal parlamento, che ha valenza in tutto il territorio italiano, dopo che questa legge è entrata in vigore. Può altresì confermare o meno una legge fatta dal parlamento che aggiunge qualcosa alla Costituzione o che modifica la Costituzione ma solo se questa legge non viene votata dal parlamento con i 2/3 dei voti dei membri di entrambe le camere (altrimenti il referendum non può avere luogo).

Questo per quanto riguarda i referendum elencati sopra. Per quanto riguarda Petizioni (art. 50 Cost.) e Proposte di legge di iniziativa popolare (art. 71 Cost.) non occorre modificare la Costituzione ma la legge attuativa (Legge 352/70) poiché esiste ma non prevede nulla riguardo alla Petizione e non prevede vincoli di discussione delle Proposte di legge di iniziativa popolare, e se vogliamo essere più completi, prevede dei paletti che ostacolano fortemente l'iniziativa referendaria abrogativa e confermativa di cui già accennato (autenticazione delle 500.000 firme da presentarsi in soli tre mesi di tempo - v. questa petizione online)

Mi preme osservare e sottolineare una cosa che ritengo importante:
Esiste già un disegno di legge costituzionale a favore della democrazia diretta che vorrebbe estendere diritti e poteri ai cittadini a livello nazionale, che modifica quindi la Costituzione italiana, e giace nei cassetti della Commissione Affari Costituzionali del Senato dal 2009 (disegno di legge non ancora discusso dai membri di detta commissione parlamentare) ed è questo (e vi consiglio vivamente di leggerlo). In cosa consiste la cosa importante che voglio sottolineare ?
Ammesso e concesso che venga discusso questo disegno di legge, venga votato così com'è, e passato alle camere per il voto definitivo, e si modifichi quindi la costituzione italiana... occorrerà poi una legge che attui le modifiche introdotte... non so se mi sono spiegato.
Quindi... credo che sia comunque più sbrigativo (visto l'iter delle leggi italico) e più semplice  chiedere la modifica della legge 352/70 che già "applicherebbe" (secondo i nostri eletti) i principi costituzionali esposti, aggiungendo pure le modalità di utilizzo e quant'altro necessario relativamente alla petizione. Ben venga comunque il/un disegno di legge costituzionale che apporti modifiche alla Costituzione... la considerazione fatta vuol tenere conto dell'urgenza necessaria in Italia di cambiare il sistema democratico.

A livello territoriale o locale (comunale, provinciale e regionale) invece non occorre nessuna modifica alla Costituzione italiana poiché essa GIA' prevede che lo Stato (o governo) centrale ceda gradualmente poteri alle amministrazioni regionali, provinciali e comunali (decentramento). Si vedano gli artt.:
IX disp. trans. e finali - 5 - 114 - 117 - 118 e 123 della Costituzione italiana.

e quindi alcuni principi costituzionali, fra cui la petizione e l'iniziativa popolare, sono già stati applicati, in un certo senso, con una legge nazionale che demanda agli amministratori locali il compito di regolamentarne l'uso (Legge 142/90) che già 21 anni fa prevedeva strumenti di "partecipazione popolare" (si veda l'art. 6 di detta legge). Tale legge è stata perfezionata poi con Legge 265/99 - art. 3 e successivamente con il Dlgs 267/00, - artt. 8 e 70, attualmente in vigore ed in sostituzione delle precedenti.

Perfezionata perché ?
Perché è stata tolta la parola "consultivi" dopo la parola "referendum" dal comma 3 art. 6 della vecchia legge 142/90, quindi mediante il comma 3 dell'art. 8 del Dlgs 267/00,  attualmente in vigore, si possono introdurre tutti i tipi di referendum elencati all'inizio di questo articolo con valenza territoriale (vi sembra poca cosa ?).

Infatti nel Trentino Alto Adige ben 10 Comuni (o forse di più, ora) hanno introdotto nei loro Statuti e Regolamenti referendum consultivi (già esistenti), propositivi ed abrogativi ma senza quorum o con quorum ridottissimo (15% anziché il 50% previsto a livello nazionale per il solo referendum abrogativo di legge ordinaria).

Per concludere:
In Italia, allo stato attuale, ci troviamo in questa situazione:
  • A livello nazionale gli strumenti di democrazia diretta sono stati negati ed ostacolati con la legge attuativa dei principi costituzionali previsti.
  • A livello locale tali strumenti NON sono stati ancora ben definiti in quanto non ancora modificati gli Statuti ed i Regolamenti (richiamati dagli statuti) comunali , provinciali e regionali dalla stragrande maggioranza delle amministrazioni locali, come previsto dal Dlgs 267/00 in vigore da ben 10 anni ! ed in molti casi tali strumenti sono stati ostacolati dagli amministratori locali come ha fatto il parlamento a livello nazionale.
  • l'unico strumento referendario a livello locale previsto in molti statuti è quello di tipo "consultivo" che per come è stato regolamentato non vale NIENTE poiché non vincolante, come è espressamente scritto negli Statuti degli enti che lo avevano introdotto in virtù della vecchia legge 142/90 (risalente, appunto, a 21 anni or sono). Per non vincolante si intende che l'amministrazione può decidere diversamente da quanto espresso dal popolo.
Avevo detto all'inizio che sarei stato più sintetico possibile ma mi sono reso conto che c'è tanta di quella confusione e scarsa conoscenza della democrazia diretta e di come riconosciuta la sovranità popolare in Italia che non potevo essere più sintetico... e ce ne sarebbe ancora da dire ed approfondire... credetemi !

Alcuni post correlati di approfondimento li troverete a questi link:
Mettetevi in testa che se non sarete VOI cittadini, a pretendere di esercitare REALMENTE la sovranità che vi appartiene sulla carta, i pochi rappresentanti eletti di QUALSIASI CORRENTE O PARTITO non ve lo concederanno MAI ! In Italia la politica rende, e ai privilegi e lussi che il potere assicura ai politici in Italia nessuno ci rinuncerà facilmente.

Alcuni esempi che lo dimostrano:
  • Nel 1993 il 92,3 % dei voti, con referendum abrogativo, il popolo ha detto NO al finanziamento pubblico ai partiti. Ma i partiti sono ancora finanziati dal popolo. Nel 1999 hanno reintrodotto definitivamente tale finanziamento e nel 2001, 2002 e 2003 hanno aumentato tale finanziamento. (v. nota correlata).
  • Nel 1999, 10 cittadini hanno presentato richiesta di referendum per abrogare alcuni articoli di legge riguardanti compensi e privilegi dei parlamentari (v. G.U. n. 228 del 28 settembre 1999) e non c'è stato NESSUN partito che ha appoggiato l'iniziativa, nessuna pubblicità dai media nazionali. Provate a indovinare quante firme hanno potuto raccogliere questi 10 cittadini ? Che fine avrà fatto quel referendum ? Ne avete mai saputo nulla ?
  • Nel 2007 è stato presentato un disegno di legge popolare, primo firmatario Beppe Grillo, il cosiddetto "parlamento pulito" con ben 300.000 firme in più di quelle richieste (350.000 in totale). Un disegno di legge di soli 5 articoli che non richiede nessun parere tecnico di esperti in giacenza da 4 anni e non ancora discusso dai membri della commissione parlamentare a cui assegnato.
  • Nel 2009 e stato presentato da un senatore, con la controfirma di altri 7 parlamentari, un disegno di legge costituzionale per rafforzare la democrazia diretta. Anch'esso non è stato ancora discusso !
Quanto tempo ed esempi ci vogliono ancora per comprendere che dalla Casta italica non potrà MAI giungere qualcosa di buono a favore del popolo ? Se prima il popolo non mette in chiaro quello che vuole e come lo vuole attuare ?

AGGIORNAMENTO AL 22 FEBBRAIO 2012

Oltre al disegno di legge costituzionale presentato da 8 parlamentari nel 2009 (v. sopra) volto a potenziare la democrazia diretta a livello nazionale, si aggiunge anche un disegno di legge di iniziativa popolare con lo stesso obiettivo, che sarà presentato in parlamento una volta raccolte le 50.000 firme previste.


AGGIORNAMENTO ALL' 11 NOVEMBRE 2012

Il Disegno di Legge costituzionale di iniziativa popolare Quorum Zero e Più Democrazia è stato consegnato al Parlamento con le firme previste e che sono state vagliate e convalidate. Questo disegno di legge popolare si aggiunge pertanto al precedente disegno di legge di iniziativa parlamentare (citato sopra) che riguardano entrambi il potenziamento della Democrazia Diretta.

Ulteriori note correlate:



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