giovedì 2 agosto 2012

Siamo un popolo di deficienti (Elena Baldini)

di Elena Baldini
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E’ ufficiale, siamo un popolo di deficienti. Sì, bisogna riconoscerlo. Per i politici che ci governano siamo dei deficienti con l’anello al naso utili soltanto per mantenere e ingrassare questa casta. Basta. Null’altro. E siamo un popolo di deficienti perché ancora oggi ci permettiamo di ascoltare un Pierferdi Casini vantarsi di essere stato il primo ad accorgersi che Berlusconi era il grande ingannatore degli ultimi vent’anni. Lui, il Pierferdi, fondatore del CCD insieme a Mastella e Ombretta Fumagalli Carulli (mitica sottosegretaria alla Protezione Civile in tailleur e foulard al collo). Tre ragazzi CocCoDé in fuga a gambe levate da una DC agonizzante e subito accolti da Silvio Berlusconi. Lui, il Pierferdi, che sempre grazie al grande ingannatore é arrivato ad occupare la terza carica dello Stato. Lui, il Pierferdi, eterno aspirante alla guida di quel centrodestra che il Cav non vuole mollare.

Deficienti, anche, perché tutt’oggi assistiamo con apprensione al grande dibattito sulle riforme. Accettiamo un governo “di saggi”, senza mandato popolare, al quale é stato affidato il compito di regolare i conti e modernizzare il paese. Dopo quasi vent’anni, ancora inutili parole, dibattiti e discussioni, campagne elettorali tutto in nome e per conto della grande riforma istituzionale.

Ricordate la bicamerale delle riforme? Presidente D’Alema? Relatore Cesare Salvi sulla scelta della nuova forma di governo? Proposta della Commissione: il Semipresidenzialismo. E oggi a che punto siamo? I nostri baldi deputati sono ancora li che discutono e litigano. E siamo ancora al punto di partenza, con un semipresidenzialismo approvato da una parte (solo da una parte), e che non vedrà mai la luce. Tempo perso. Ancora.

Deficienti… un popolo di deficienti che ancora si rode il fegato nel leggere i conti in tasca che Rizzo e Stella fanno ormai da anni al carrozzone Italia. Siamo sempre più poveri e ci raccontano che siamo alla bancarotta. Per colpa di quello o di quell’altro, mai per colpa loro.

Ci chiedono sacrifici e non ne fanno.

Anzi spendono… ancora, buttano i soldi non solo nascondendoli sotto la panca come la Lega ha insegnato e come Lusi ci ha descritto.

No, quel poco che resta lo si butta dalla finestra, e predicando il virtuosismo si finanzia il festival di Arpa celtica tanto caro a quel deputato, oppure per comprare una statua di Giovanni Paolo II a cui tal senatore é molto devoto.

Perché si… é vero: siamo un popolo di deficienti e siamo pure incapaci di mandarvi a quel paese.



mercoledì 25 luglio 2012 ore 15:19

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