sabato 31 gennaio 2015

SATIRA - Lo Stato italiano, le sue istituzioni e il popolo "sovrano"

Approfittando del fatto che tanto i media quanto i politici italiani ci hanno bombardato quotidianamente per due settimane abbondanti che la satira in democrazia è sacrosanta (dopo l'attentato alla redazione giornalistica avvenuto in Francia),
anche se non sono un giornalista mi concedo il privilegio di fare un po di satira in virtù del fatto che essendo parte del popolo sovrano, e quindi possessore di una parte della sovranità che appartiene ad esso, non ritengo sacrilegio fare un po di satira:

Indubbiamente quello italiano è il popolo più intelligente e modesto del mondo poiché non esiste nessun'altra popolazione i cui governanti hanno compensi e privilegi più bassi dei nostri. Non esiste nessuna popolazione al mondo con dei governanti che si distinguono come i nostri nel limitare sprechi e lussi ed è fuori ombra di dubbio che tutto questo è merito della popolazione che sa scegliere i migliori cittadini in grado di governare ed amministrare.

Lo Stato italiano sa educare diligentemente i propri cittadini infatti fin dalle scuole elementari insegna a tutti la Costituzione italiana - poiché legge fondamentale della repubblica (cfr. art. XVIII disp. trans. e finali) e ancor più approfonditamente ai livelli di scuola superiori. Fin dalle elementari ci insegnano l'educazione civica illustrandoci la funzione dei principali organi dello Stato che devono essere rispettati e onorati con la nostra ubbidienza.

Il cittadino italiano è tutelato dallo Stato in maniera esemplare e pertanto lo Stato può giustamente condannare ogni forma di protesta violenta o di disobbedienza nei confronti delle leggi e/o di funzionari di Stato e della Pubblica Amministrazione.

Se un cittadino non è convinto della giusta applicazione delle leggi (che tutelano i suoi diritti e/o meritidagli Uffici della Pubblica Amministrazione, può sempre rivolgersi al Sindaco, al Presidente della Provincia, al Presidente della Regione, i quali devono dare tempestivo riscontro alle sue istanze (cfr. art. 8 Dlgs 267/00 comma 3).
Se dette figure istituzionali non dovessero dare un riscontro tempestivo, o addirittura MAI, al cittadino, questi può sempre rivolgersi al Ministero competente (cfr. art. 118 Cost.)  poiché le leggi sono applicate dagli uffici della Pubblica Amministrazione attraverso direttive (circolari ministeriali) emanate dai vari Ministeri.
Se neppure il Ministero dovesse dare riscontro al cittadino richiedente, il cittadino può sempre rivolgersi alla Magistratura e lo Stato ha sempre agevolato il cittadino in questo, consapevole del fatto che chi ha incarichi pubblici deve onorare il proprio ruolo ancor più di un normale cittadino (cfr. artt. 28, 54 e 113 Cost.).
Il cittadino infatti, pagando un contributo unificato al momento del deposito in Tribunale di un qualsiasi atto (esposto, denuncia, querela, ricorso), che non è inferiore a 50 euri per le piccole cause civili per l' iscrizione a ruolo dell'atto, può ottenere giustizia in tempi rapidissimi, specialmente se la controversia implica la Pubblica Amministrazione.

In sostanza, a differenza di molti altri Stati che ostacolano il cittadino, l'Italia agevola il cittadino in ogni modo affinché possa vivere una vita dignitosa e vedersi tutelati i diritti fondamentali che determinano il suo sviluppo e quello dei suoi familiari, specialmente quelli che riguardano l'esercizio di parte della sua sovranità come stabilito dalla Costituzione italiana, dalla Legge e dagli Statuti delle Regioni, Province e Comuni.

Non ha alcun motivo il cittadino italiano di ricorrere alla violenza, neppure se esasperato dalla burocrazia e dalle leggi poiché le leggi italiane sono le migliori al mondo.
Sono brevi e scritte in maniera tanto elementare che anche chi non ha un soddisfacente grado di istruzione è in grado di capirle.
A differenza degli altri Stati che scrivono leggi prolisse e impiegano 10 parole in un comma di un articolo di legge quando ne basterebbero 2 o 3 per rendere chiaro il concetto, il nostro organo legislativo vuole che il cittadino comprenda le leggi affinché possa commettere meno errori possibile e vuole che la legge sia uguale per tutti.
Lo Stato italiano non vuole scrivere le leggi con parole troppo difficili e troppo complicate per evitare che il cittadino possa pensare che si vogliano rendere le leggi aperte a troppe libere interpretazioni e renderle - quindi - per ALCUNI più uguali. Inoltre usare parole troppo difficili potrebbe indurre a credere che le leggi devono essere per forza scritte da persone acculturatissime e istruite.

Se ti sei sempre dato da fare, contribuendo con diligenza ad imparare e svolgere un lavoro con professionalità e scrupolosità fino a diventare specializzato (cfr. art. 4 Cost.) puoi stare tranquillo che un lavoro che ti garantirà un reddito adeguato a vivere una vita dignitosa (cfr. art. 36 Cost.) non ti mancherà mai.
In Italia i sacrifici fatti nell'attività lavorativa saranno ben ripagati perché la meritocrazia in Italia è alla base del suo splendore economico.


In sostanza gli italiani non possono lamentarsi di nulla, tanto meno delle istituzioni dello Stato e dei loro governanti, ma se qualcuno dovesse lamentarsi della piccola corruzione che ha toccato qualche ente e qualche organo di Stato, ogni 5 anni può votare alle elezioni per eleggere una maggioranza assoluta che cancellerà qualche legge poco chiara o lacunosa e nominerà a capo dei vari Ministeri le persone più oneste.


Magari occorreranno altri 1000 anni ma l'importante è garantire ai cittadini i migliori strumenti per mantenere l'Italia quello Stato esemplare che ha sempre dimostrato di essere, specialmente a partire dalla SECONDA repubblica (da tangentopoli ad oggi).

Noi abbiamo gli strumenti migliori - pardon LO (unico) STRUMENTO MIGLIORE ... le elezioni ogni 5 anni ! E' il progresso sociale ed economico della nostra nazione che lo dimostra.


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