venerdì 23 aprile 2010

Ciò che molti non sanno sul Referendum abrogativo popolare (con raccolta delle 500.000 firme)

Premessa IMPORTANTE:


Quale fervente sostenitore della Democrazia Diretta non intendo sminuire il valore del Referendum popolare abrogativo di legge ordinaria (art. 75 Cost.) poichè è un importantissimo strumento di Democrazia Diretta.


Il problema che voglio evidenziare è nato nel lontano 1970 (come osservato in altre note, fra cui questa su piattaforma facebook: http://www.facebook.com/note.php?note_id=306344314216), ovvero quando il Parlamento ha pensato di renderlo impraticabile ai cittadini elettori, ponendo degli ostacoli con la sua Legge attuativa giunta con 22 anni di ritardo (Legge n. 352/70).


Ha fatto sì, in sostanza, che di tale strumento di Democrazia Diretta se ne impossessassero i partiti, perché potessero essere sempre gli eletti a scegliere quali leggi abrogare e quali leggi invece mantenere - PLEBISCITI (mica scemi i nostri rappresentanti eletti). Oltre a questo (della serie prendiamo due piccioni con una fava) ne hanno fatto, specie negli ultimi anni, delle mere campagne propagandistiche/elettorali.


Cosa hanno fatto in sostanza per impossessarsene ? Hanno reso impraticabile ai cittadini proponenti il referendum la raccolta delle 500.000 firme imponendo con la sua legge attuativa (citata prima) l'autenticazione delle 500.000 firme da presentarsi in soli 3 mesi di tempo con un sistema di autenticazione e certificazione delle firme talmente complesso che nessun comitato di normali cittadini riuscirebbe nell'impresa ... e lo dimostra il fatto che dal 1974 (data del primo referendum votato) sono sempre stati promossi dai partiti in parlamento.
Esempio:
Se 10 cittadini (proponenti il referendum) chiedono di abrogare qualcosa che va contro gli interessi della Casta (ad esempio la richiesta di abolire parte dei privilegi parlamentari - cosa fra l'altro già presentata nel 1999 da un gruppo di cittadini e pubblicata sulla G.U. n. 228 del 28 settembre 1999) - non potranno mai fare un'adeguata pubblicità per informare la popolazione (importante per il raggiungimento del quorum e la raccolta delle 500.000 firme) e nemmeno potranno organizzare contemporanei banchetti di raccolta delle firme. Nessun partito politico sosterrà i proponenti in questo genere di imprese. Infatti è accaduto proprio questo riguardo all'iniziativa citata.


Un'ulteriore dimostrazione di quanto abbiano strumentalizzato il referendum ex art. 75 Cost. per mere propagande politiche è data dal fatto che non c'è mai stato NESSUNO che abbia fatto indire Referendum abrogativo di legge, attraverso i 5 consigli regionali (cfr. nuovamente l' art. 75 Cost.).


Ma perchè?


1) I partiti che imbandiscono banchetti per le raccolte firme non si farebbero la pubblicità/propaganda che si fanno con la raccolta delle 500.000 firme.
2) Non si intascherebbero i rimborsi previsti dalla legge n. 157/99 (che loro stessi hanno fatto - 0,52 euri per ogni firma da moltiplicare per 500.000 se viene raggiunto il quorum).  Vi invito a leggere questo articolo: http://www.vita.it/news/viewprint/46231


Al di là di ogni cosa, quello che dovrebbere fare riflettere, anche a rischio di andare in netta contro tendenza ed impopolarità, è l'aspetto economico.


Un referendum indetto attraverso i 5 Consigli regionali costerebbe MOLTO MENO DENARO PUBBLICO E SI RIDURREBBERO I TEMPI PER PORTARE LA POPOLAZIONE ALLE URNE.


I partiti usano sempre i NOSTRI soldi per organizzare la raccolta delle 500.000 firme (v. finanziamento pubblico ai partiti e rimborsi campagne elettorali + il premio di cui all'articolo leggibile al link sopra indicato).


Iniziamo ad essere impopolari quindi... sperimentiamo prima la via dei 5 consigli regionali e, caso mai, DOPO quella delle 500.000 firme... ma deve essere il popolo a chiedere questo !


Il referendum ex art. 75 Cost. inoltre (come tutti i referendum - ad esclusione di quello consultivo purché anche quest'ultimo sia vincolante per gli eletti - un referendum non vincolante non può nemmeno chiamarsi referendum poiché è un mero sondaggio)  deve essere uno strumento di controllo e correttivo del popolo sovrano sui suoi rappresentanti e deve esserne titolare il popolo e non i suoi rappresentanti. 
Un referendum proposto dai politici (Casta) è un plebiscito e non più uno strumento di democrazia diretta.
Leggete attentamente l'art. 75 Cost. e ditemi dove sta scritto che può essere indetto dai parlamentari.


In definitiva lo strumento referendario abrogativo di legge ordinaria è stato malvolentieri regolamentato con legge attuativa (nel 1970) dai nostri rappresentanti e ne fanno sempre più spesso un uso propagandistico ricorrendo sempre alla raccolta delle 500.000 firme quando avrebbero la possibilità di farlo indire dai 5 consigli regionali (essendo questi formati dagli stessi partiti della casta) per intascarsi pure i rimborsi previsti.


Per i partiti è facile ottenere il raggiungimento del quorum (avendo in pugno i media e dipende solo da quanto vogliono pubblicizzarlo) ma per i cittadini proponenti un quesito referendario è impossibile pubblicizzarlo attraverso i media (servi dei politici) ed è impossibile tanto la raccolta delle 500.000 firme quanto il raggiungimento del quorum (senza un partito che lo sostiene) per come è stata fatta la legge attuativa di tale strumento di DEMOCRAZIA DIRETTA !
Anche i politici quando citano il referendum ex. art. 75 Cost. lo definiscono strumento di Democrazia Diretta ... ma se sono sempre loro a proporlo che concetto hanno della democrazia diretta ?
Risposta:

Lo stesso concetto che avevano:
Giulio Cesare, Nerone, Pinochet, Hitler, Mussolini, Stalin, Lenin, etc. etc.


Post correlato: I nemici della democrazia diretta

Bruno Aprile - 23 aprile 2010 - Comitato Cittadino Democrazia Diretta

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento non sarà pubblicato subito ma non appena avrò letto la e-mail che mi notificherà il commento in attesa di moderazione. Grazie della collaborazione