sabato 16 febbraio 2013

Alle elezioni c'è il Quorum ?

Quando siamo sotto elezioni è sempre la solita solfa.
Guerre fra politici concorrenti e, ancor peggio, fra gli elettori :-)


Ecco perché nel popolo italico non ci sarà MAI unità nelle cose più importanti ... né fra chi fa politica all'interno dei cosiddetti partiti e né fra chi vota.

Una delle tante motivazioni addotte da chi vuole voti e/o vuole che alcuni prendano voti è quella che "alle elezioni non c'è il quorum e se vota  UNA SOLA PERSONA (addirittura) si fanno un Governo e un Parlamento".

Sarà anche così ... ma è così perché così deve essere (come sempre il mio punto di riferimento è la Costituzione italiana in quanto legge fondamentale - cfr. art. XVIII disp. trans. e finali), o è così perché qualcuno, fottendosene della legge fondamentale della repubblica italica, ha voluto che fosse così ? Ad ogni modo fino a che la percentuale di astensioni non sarà superiore a quella dei votanti non si potrà mai capire quali saranno le conseguenze effettive dell'astensione di massa.
Comunque il punto non è tanto quello sopra esposto ma quanto osserverò di seguito:

La Costituzione italiana recita CHIARAMENTE che i parlamentari devono essere eletti DIRETTAMENTE dai cittadini elettori (cfr. artt.  56 e 58 Cost.). Tuttavia abbiamo una legge elettorale che non permette tutto questo (quindi illegittima).
Morale:
Se i cittadini sono costretti a votare dei simboli anziché persone ... la colpa di chi è ? della Costituzione o di chi ha deciso come devono votare i cittadini ?

La Costituzione italiana prevede che 500.000 cittadini elettori o 5 consigli regionali possano chiedere un referendum mediante il quale il popolo può abrogare, parzialmente o totalmente, una legge ordinaria fatta dal parlamento. Tuttavia ogni referendum che si è votato in Italia è stato richiesto e promosso da parlamentari e/o partiti.

Morale:
Se i cittadini non possono raccogliere le 500.000 firme previste, autenticate, in soli tre mesi di tempo col sistema di raccolta, autenticazione e certificazione delle firme che il Parlamento ha imposto con la legge 352/70, la colpa è della Costituzione o di chi ha deciso come i cittadini possono NON utilizzare il referendum abrogativo ?


Questi esempi vogliono portare l'attenzione al fatto che se le LEGGI non rispecchiano i principi costituzionali è inutile accettare in eterno delle prassi stabilite dai cosiddetti "onorevoli" solo perché loro hanno la funzione di fare le leggi e fanno le leggi senza tenere conto del dettato costituzionale !

Le leggi devono essere in ARMONIA CON LA COSTITUZIONE ITALIANA e anche la questione "quorum o non quorum alle elezioni" deve essere vista alla luce del contesto costituzionale.

La Costituzione italiana non parla di quorum per le elezioni ma non prevede nemmeno che non debba esserci.

Esempio:
Il referendum abrogativo di cui parlavo prima (art. 75 cost.) prevede un quorum della metà + 1 degli aventi diritto al voto, per essere valido. Ma la parola quorum non esiste nel testo del citato articolo. La consapevolezza che esiste il quorum è data dalla seguente frase riportata al comma 4 art. 75 Cost., che recita:

"La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi."


Ora mettiamo il caso che volessimo che non ci fosse il quorum ad un referendum ... o meglio ancora andiamo a leggere un testo legislativo che non prevede il quorum ai referendum ... in questo caso leggeremmo: 

"La proposta soggetta a referendum è approvata se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi." (non si leggerebbe più la frase evidenziata sopra).
Oppure leggeremmo (basta vedere alcuni Statuti comunali che non prevedono quorum ai referendum comunali):
"Il referendum è valido con qualsiasi numero di partecipanti."

Adesso vediamo cosa dice la Costituzione italiana riguardo alle elezioni e all'attribuzione dei seggi.

Quando si cita la parola "elezioni" non si parla mai di validità o invalidità delle stesse.
Quando si parla di assegnazione dei seggi all'art. 56 comma 4 leggiamo:

"La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti."


Idem per l'elezione del Senato (art. 57 comma 4).

Cosa sono i quozienti interi e i più alti resti ? Non sono altro che dei parametri dipendenti dai VOTI espressi dall'elettorato. Perché dalle elezioni si ricavano voti.

Ergo, a mio avviso la Costituzione non è chiara al riguardo.
Non dice ad esempio, come nel caso di referendum senza quorum, che le elezioni sono valide con qualsiasi numero di votanti, e non si dice neppure che i seggi devono comunque essere assegnati con premi di maggioranza variabili senza tenere conto dei seggi NON assegnati da chi si astiene dal votare e quindi pure dal delegare qualcuno che poi si erige a sovrano quando dovrebbe essere solo un rappresentante del popolo.
Se milioni di italiani non votano più nessuno (numero in crescente aumento ad ogni elezione) non contano nulla ? Non pagano anch'essi le tasse ? Non sono soggetti alle regole anch'essi ? In sostanza chi non è d'accordo su come strutturato il parlamento e non vuole più legittimare un sistema anti-costituzionale e che non funziona ... è come se non esistesse in una democrazia ?
Ma stiamo scherzando ?
Sarebbe ora che :

  1. Si strutturi il sistema rappresentativo secondo il dettato costituzionale ... anziché secondo il dettato parlamentare ... perché come scritto anche al comma 2 art. 1 Cost. il popolo esercita la sua sovranità nei limiti della Costituzione e non nei limiti imposti dai politici che si auto-eleggono come cazzo vogliono loro.

Attualmente l'assegnazione dei seggi è stabilita dalle leggi fatte dal parlamento ... e un parlamento che non fosse più legittimato dalla maggioranza degli elettori a motivo di un'alta astensione non ha più titolo nel fare le leggi ... altro che assegnare i seggi con un qualsiasi numero di voti.

CONCLUSIONI:
La Costituzione fa intendere che il parlamento si forma dopo le elezioni e non in base al numero degli abitanti, altrimenti a cosa servirebbero le elezioni ? Siccome i partiti non sono un obbligo e non sta scritto da nessuna parte che i loro membri debbono far parte del parlamento (art. 49 Cost.) ... il numero di voti presi da ogni partito assegnerà a quel partito un numero proporzionale di seggi ... i seggi mancanti per mancanza di voti (astensionisti) si assegneranno a cittadini NON ISCRITTI A NESSUN PARTITO perché chi non vota è OVVIO che non sceglie nessun partito o non crede a nessun partito ... ci vuole uno scienziato per dedurre tutto ciò ?

Le elezioni, inoltre, servono a raccogliere i voti dei cittadini affinché i CITTADINI assegnino i seggi a candidati scelti DIRETTAMENTE da loro ... e non che vengano assegnati dalle dirigenze dei partiti.

Se democrazia è decisione della maggioranza dei cittadini, e la maggioranza dei cittadini delegittima un sistema elettorale col NON voto ... bisogna che la classe politica ne tenga conto ... e chi vota anche, perché altrimenti il concetto di democrazia è ben lontano dalla testa di TUTTI (eletti ed elettori).

Come ho spesso ribadito ... un conto è ciò che le prassi comunemente accettate impongono ... altro conto è ciò che il buon senso e soprattutto la Costituzione italiana impongono.

  • Giuseppe Garibaldi disse a Nino Bixio: "qui o si fa l'Italia ... o si muore".
  • Massimo D'Azeglio disse: "Ora che l'Italia è fatta ... facciamo gli ITALIANI"
  • Io dico che siamo al punto di partenza ... e se speriamo che attraverso il parlamento, che in 64 anni sta distruggendo l'italia a suo tempo fatta, si facciano gli italiani ... rimarremo sempre sulla linea di partenza.

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