mercoledì 23 dicembre 2009

Il Ministro Maroni: "niente leggi su Internet e la Rete"

Articolo di Leggo (Milano) del 23 dicembre 2009

Sicurezza. Maroni: sì a un codice per le regole “Niente leggi per il web” di Francesca Ortolani

“Nessuna legge, solo una sorta di autoregolamentazione”. Il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni,, chiude così la discussione riguardo la sicurezza e siti web. Non ci sarà, quindi, un disegno di legge ma un accordo tra i provider e i gestori di social network per cercare di prevenire gravi reati on line. Nell’incontro al Vicinale con i gestori delle reti internet e i rappresentanti dei social network, convocati dopo che, in seguito all’aggressione a Berlusconi, erano proliferati sulla rete gruppi e siti che istigavano alla violenza o facevano apologia di reato. “Ci siamo impegnati ad elaborare delle proposte – spiega il ministro – e a costruire un tavolo con tutti i soggetti che sono intervenuti, che sarà riconvocato a metà gennaio, per discutere le nostre proposte e valutare la possibilità di trovare una soluzione equa”.

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Commento personale:

Andiamo di male in peggio!
Due aspetti da tenere in considerazione, che richiedono un attenta osservazione di ciò che sarà la libertà di espressione attraverso la rete internet dopo tale inciucio.

1) Erano meglio un disegno di legge o un decreto legge, almeno i cittadini avrebbero saputo quali paletti imposti e limitazioni al diritto costituzionale della libertà di espressione con ogni mezzo (art. 21 Cost.).
2) I provider e i responsabili di social network, non esistendo nessuna legge che pone loro regole o limitazioni , potrebbero, nel rispetto della libertà di espressione di ogni cittadino, sentirsi moralmente in dovere di non censurare nulla. Bisognerà valutare il loro eventuale livello di servilismo finora spesso riscontrato nei media tradizionali (stampa e televisione).

Nel caso che i provider ed i responsabili dovessero censurare a loro discrezione la voce dei bloggers o di qualsiasi altro cittadino iscritto ai loro portali, lo farebbero in maniera non trasparente a vantaggio del potere sempre meno democratico, rendendosi quindi complici di esso.

Sarebbe un’ulteriore vergogna tipicamente italiana sia da parte dei governanti e sia da parte dei provider e responsabili di social network, accordarsi privatamente senza informare i cittadini SOVRANI sulla sostanza di tali accordi privati (incucio).

Le proteste e le richieste dei cittadini sovrani non sono comunque tacciate … con questo stratagemma adottato dal Ministro Maroni … poiché i motivi per giustificare eventuale protesta di massa sono quelli sopra esposti

Bruno Aprile – 23/12/2009

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. leggendo l'articolo di Francesca Ortolani ho pensato proprio la stessa cosa: un decreto di legge avrebbe avuto maggiore chiarezza e trasparenza di un accordo "privato" fra lo stato e i provider.
    la situazione è quindi di gran lunga peggiore di quella che ci si potesse aspettare.
    Patrizia Varnier

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