giovedì 1 dicembre 2011

Ogni cosa a suo tempo - ma il tempo passa

Quando entrò in vigore la legge fondamentale della repubblica italiana chi l'aveva redatta aveva tracciato il percorso verso la democrazia.

Il 1948 fu l'inizio, quindi, di un cammino verso un nuovo sistema di governo.

Come in tutte le cose, quando si passa da un sistema all'altro o da un metodo all'altro, occorre tempo, perché il nuovo sistema, o metodo, si concretizzi... ed anche il traguardo "democrazia", quindi,  ha i suoi tempi.

Nondimeno una persona riflessiva ed obiettiva, quando ha un parametro di riferimento, è in grado di comprendere l'urgenza dei tempi in funzione del percorso da compiere per giungere alla meta.

Se il traguardo democrazia in Italia, o il percorso tracciato dai padri costituenti per giungere alla democrazia, lo si vuole riconoscere nella sua legge fondamentale possiamo valutare se siamo a buon punto, ovvero se stiamo procedendo nel giusto cammino, oppure se ci stiamo allontanando dall'obiettivo.

Facciamo conto di doverci recare in una determinata località (democrazia) ed abbiamo una cartina (costituzione) che ci indica la strada per raggiungerla. Riusciamo a comprendere, attraverso la cartina, se stiamo percorrendo la giusta strada per raggiungere la località... non è vero ?

Similmente dovremmo , se consultiamo la costituzione italiana, comprendere se ci stiamo incamminando verso la democrazia o meno.

Se la Costituzione italiana dice chiaramente che "la sovranità appartiene al popolo" e che "la esercita mediante determinati strumenti, o istituti, indicati dalla Costituzione stessa (forme e limiti) possiamo comprendere se stiamo percorrendo il percorso tracciato dai padri costituenti o meno.

Quindi, pur ammettendo che ogni cosa nuova richiede tempo e sforzi per essere raggiunta o concretizzata, occorre anche riconoscere che se i tempi per raggiungerla si allungano anziché abbreviarli, consentendo a qualcuno che si ostacolino i punti fondamentali attraverso i quali il popolo può esercitare la sua sovranità, sarà sempre più difficile giungere alla democrazia (e penso che chiunque si sia accorto che ci stiamo allontanando sempre più dal traguardo).

Se qualcuno, approfittando di una delega, pone ostacoli lungo il cammino è indispensabile rimuovere prima quegli ostacoli e per rimuoverli occorre prima individuarli.

C'è chi evidenzia tante cose che non dovrebbero più permanere in Italia, nel sistema legislativo, esecutivo e giudiziario, ma se prima non si pretendono i diritti ed i poteri che un popolo sovrano deve avere in una democrazia per mettere in discussione tutto quanto deciso da pochi, le cose che non piacciono a molti cittadini difficilmente

CE LE TOGLIEREMO DAI COGLIONI !

Il tempo passa (molto più velocemente di quanto si possa immaginare), si invecchia, si soffre, e sono trascorsi ben 63 anni dall'entrata in vigore della Costituzione italiana, ma nessuno sembra essersi preoccupato (all'interno e all'esterno delle stanze dei bottoni), ad esempio, di pretendere che la "petizione popolare" (art. 50 Cost.) sia un diritto/strumento utilizzabile e regolamentato (possibilmente in maniera chiara)... Perchè ?

E' difficile ?... a cosa servono allora 945 + 6 rappresentanti da 30.000 euro al mese ciascuno ?(esclusi gli extra... o fuori busta ?)... se ritengono sia difficile attuare un diritto costituzionale dei cittadini sovrani ?

A cosa servono migliaia e migliaia di gruppi fra associazioni, comitati, movimenti, liste civiche, etc. ?

Non abbiamo forse un vuoto legislativo che non dovrebbe esistere ? Va bene che rimanga ?...

Ho citato un solo esempio (la petizione) ma è uno di tanti. Per rammentare quelli già citati in altri post basta leggere il testo della petizione dal link sottostante.

Non ci sono più attenuanti e giustificazioni quando anziché orientarsi nella direzione giusta ci si orienta nella direzione opposta ... la democrazia richiede maturità del popolo e tempo SOLO, e ribadisco SOLO, se la classe dirigente avesse consentito ai cittadini di crescere riconoscendogli gli strumenti di democrazia diretta esistenti dal 1948 e potenziandoli poi nel corso del tempo.
Non si può affermare l'idiozia immane che ripetono tanti politicanti e tanti cittadini votonti "i cittadini non sono pronti" ... perché se i cittadini non sono pronti è perché la classe politica dirigente ha voluto così. Chiaro il punto ? Ora devono recuperare il tempo e dare la priorità assoluta al potere del popolo.

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