Quando ci sono di mezzo interessi lobbistici diventano pure "politici" e chi ne fa le spese sono sempre i cittadini, specie coloro che vivono VICINISSIMI al problema.
Ormai sappiamo come hanno cercato di soffocare le manifestazioni pacifiche creando situazioni di stress per indurre alcune persone al gesto estremo o infiltrando disturbatori allo scopo di trasformare la manifestazione pacifica in manifestazione violenta... ma le sappiamo da tempo queste cose (1968/1970).
A mio avviso il problema andrebbe affrontato prendendo due strade:
Mi risulta che parecchi sindaci dei Comuni interessati al problema sono contrari alla TAV. Innanzitutto le amministrazioni locali dovrebbero, con l'aiuto della cittadinanza locale, sottoporre alla Consulta la questione "potestà legislativa" perché a mio avviso la questione è "materia concorrente" (art. 117 cost.).
l'art. 8 comma 3 del Dlgs 267/00 prevede che i cittadini possono rivolgere alle amministrazioni delle "istanze, petizioni e proposte" e più sono le sottoscrizioni e le adesioni e più peso avranno (MORALMENTE parlando). Se qualcuno ritiene che tali strumenti non sono vincolanti e si astiene per questo dall'utilizzarli ha già perduto in partenza perché così facendo affermerà di non avere nulla in mano per chiedere conto agli amministratori del loro operato. Le manifestazioni non rientrano negli strumenti LEGALI previsti. Sono soltanto espressioni di dissenso di cui se ne fottono anche perché non rientrano fra gli strumenti di partecipazione popolare previsti dalla legge.
- azione giudiziaria per sentire il parere della Consulta perché a mio avviso la materia, come già detto, è concorrente e quindi di competenza regionale e non statale (art. 117 cost.)
Qualche abitante, comitato, associazione verifichino cosa prevede lo Statuto del Comune in cui risiedono e presentino al Sindaco di quel Comune, ad esempio, una petizione o una richiesta di referendum (anche consultivo - se lo Statuto comunale prevede soltanto quello) ... il Sindaco che si dichiara contro la Tav NON potrà ostacolare l'iniziativa (se non fa solo propaganda politica a favore della poltrona e/o del gruppo di appartenenza). Quando tutti i cittadini si saranno espressi mediante eventuale referendum si porteranno sul tavolo del Consiglio regionale i risultati referendari e ci saranno delle basi con cui chiedere il fermo dei lavori/cantieri ... per ora tali basi, a mio avviso, non ci sono ancora.
Lo Statuto della Regione Piemonte prevede sia il referendum consultivo e sia quello abrogativo (artt da 77 a 84 dello Statuto regionale). Se ci sono dei limiti all'utilizzo di tali strumenti occorre chiedere che vengano rimossi ... ma sempre con gli strumenti LEGALI a disposizione (istanze, petizioni e proposte - non manifestazioni).
MORALE:
USIAMO GLI STRUMENTI CHE ABBIAMO PER TAMPONARE LE URGENZE... in attesa che tali strumenti si migliorino/rafforzino nel tempo ... perché le manifestazioni di protesta non sono strumenti vincolanti per i governanti e previsti dalla legge per quanto riguarda l'esercizio della sovranità che appartiene al popolo. La manifestazione non è altro che diritto di parola, di critica, etc. (art. 21 Cost.) ma non costituisce alcun vincolo per gli eletti ... chiaro ?
Citazione:
[Nell’aprile 2006 le forze dell’ordine lo hanno scovato e arrestato (Bernardo Provenzano) in una misera casa di campagna sulle colline sopra Corleone (vicino a casa sua): era latitante da 43 anni.]
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