lunedì 1 marzo 2021

La democrazia è un'utopia ?

 

Ancora una volta devo fare riferimento alla Svizzera e a breve ne spiegherò ancora la ragione.

Prima voglio dare la definizione alla parola "Utopia" che i dizionari definiscono:
"Quanto costituisce l'oggetto di un'aspirazione ideale non suscettibile di realizzazione pratica."

 Ora spiego perché faccio riferimento alla Svizzera:

La Svizzera è la dimostrazione che la democrazia (quella vera) non è irrealizzabile poiché esiste dal 1848 e si è rafforzata nel tempo soprattutto dal 1874.
Per inciso è l'unico Stato al mondo (a dire il vero è una confederazione di Stati)  suddiviso in Cantoni, come l'Italia è suddivisa in Regioni, dove i cittadini hanno l'ultima parola, sono realmente sovrani e decidono su qualsiasi materia.

Per avere un'infarinatura generale sul sistema politico svizzero basta andare a leggere nel suo sito istituzionale al seguente link:
https://www.ch.ch/it/democrazia/federalismo-funzionamento-e-organizzazione-della-svizzera/

Premesso questo passiamo a noi:

A differenza degli svizzeri in Italia abbiamo delle basi costituzionali, internazionali e legislative che potrebbero orientarci verso una vera democrazia come quella che esiste in Svizzera. In svizzera nel 1848 non avevano tali basi.

Sia ben chiaro che una democrazia perfetta non potrà mai esistere poiché l'essere umano è imperfetto e pertanto si può solo cercare di raggiungere una democrazia migliore.

Quella che vige in ITALIA è una mera Oligarchia ed è inutile girarci attorno.

Ovviamente, in considerazione del fatto che quei pochi strumenti di democrazia che abbiamo, sebbene previsti dalla Costituzione italiana, da trattati internazionali, dalla legge e da tutti gli Statuti comunali, sono sempre stati fortemente ostacolati dai partiti politici di tutte le razze e da tutti i politicanti italici di tutte le razze e a tutti i livelli, quello che gioca a sfavore è anche l'ignoranza della massa che non conosce gli strumenti che ha a disposizione, per far sentire la loro voce, e chi li conosce non li utilizza.

In definitiva è il caso di dire che "chi è causa del proprio mal pianga se stesso" e questo i politici lo sanno benissimo e se ne approfittano.

Come uscirne ? 

Ecco cosa occorre fare:

A livello nazionale troppi ostacoli e troppe difficoltà richiederebbero un maggiore impegno e dispendio di risorse, gravato dal fatto dell'ignoranza di massa e dall'esiguo numero di cittadini consapevoli dei principi costituzionali e delle leggi attuative di tali principi che rivendicano soprattutto la loro corretta ed onesta applicazione e rispetto.

A livello locale, comunale soprattutto, si possono rivendicare con maggiore facilità tali diritti per ovvie ragioni.

  • E' più facile interagire con consiglieri comunali, assessori, sindaci, prefetture, etc. in quanto hanno sede nel comune in cui viviamo.
  • E' più facile informare la cittadinanza locale senza necessariamente contare sui mezzi di informazione asserviti ai partiti ed al potere.
  • Esistono leggi internazionali e nazionali che a livello locale facilitano il tutto.
Ne cito alcune per poi indicare i passi da compiere in progressione:
  1. Art. XI disp. trans. e finali e art. 5 Costituzione italiana;
  2. Art. 118 Costituzione italiana;
  3. Art. 1 Patto internazionale diritti civili e politici ratificato con legge 25 ottobre 1977, n. 881
  4. Convenzione europea delle autonomia locali recepita con legge di ratifica 30 dicembre 1989, n. 439;
  5. Art. 8 Dlgs 267/00.
In virtù di quanto sopra i passi da svolgere, ancor meglio creando comitati di cittadini - che non devono essere necessariamente registrati - sono i seguenti:

  • Verificare quali strumenti/istituti di partecipazione popolare e referendari sono previsti dallo Statuto del vostro comune di residenza;
  • Verificare se è stato deliberato il Regolamento attuativo di tali strumenti/istituti;
  • Utilizzare tali strumenti/istituti, coinvolgendo la cittadinanza locale, per proporre quello che secondo voi sia opportuno che venga fatto in quel territorio.
Statuti e regolamenti devono essere obbligatoriamente messi a disposizione della cittadinanza e nei siti internet istituzionali, in virtù della legge che ha istituito l'amministrazione trasparente.
Cercate quindi nei siti istituzionali del vostro Comune di residenza tali documenti prestando attenzione che alcune amministrazioni hanno inserito in un solo regolamento "istanze, proposte e petizioni e referendum"; mentre altre hanno inserito in regolamenti separati le istanze, petizioni e proposte, dai referendum previsti dallo Statuto comunale.

Questo vale anche per gli Statuti e regolamenti delle Regioni.

Si deve per forza di cose iniziare così.

Se non si utilizzano i mezzi a disposizione è inutile lamentarsi e i "rappresentanti" ne approfitteranno ancor meglio perché comprendono che i cittadini preferiscono delegare piuttosto che essere sovrani.
Per utilizzare tali mezzi occorre prima conoscerli e poi sperimentarli ed agire in base ai riscontri avuti.
Se in 13 Comuni (in Alto Adige e Trentino) i cittadini possono utilizzare referendum propositivi e abrogativi vincolanti e senza quorum potete stare certi che non li ha introdotti spontaneamente l'amministrazione eletta di quei Comuni.

Ergo... non ci sono più attenuanti quando le informazioni ci sono e le cose si sanno.

A voi la scelta: o sudditi in eterno, o sovrani gradualmente

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