lunedì 10 agosto 2009

Economia e Benessere nazionale


Non è certamente facile esprimere pareri in materia tanto complessa per chi non abbia studiato a sufficienza il problema o per chi non abbia conseguito opportune lauree, nondimeno chi ha vissuto per anni nel mondo del lavoro e lo ha volutamente setacciato in lungo e in largo (tendendo conto anche del proprio carattere), non può evitare di porsi alcune domande... e tentare di darsi delle risposte.
Giungere alla mezza età dopo aver lavorato sodo, conseguendo una considerevole esperienza (costruita da scelte volontarie e riconosciuta da imprese e clienti), per accorgersi che diventa sempre più difficile vivere una vita proporzionalmente decorosa e raccogliere il frutto della gavetta a suo tempo fatta, non si arriva alla rassegnazione senza neanche chiedersi cosa ci sia che non quadra.

Al di là di ciò che diffondono i nostri politici e i comuni mezzi di informazione (sempre ottimisti e divulgatori di miglioramenti), ma smentiti (specie attualmente) dal Consiglio Europeo, in merito a produttività, economia, deficit, inflazione, mercato del lavoro, etc., dell'Italia, credo che il miglior strumento di valutazione lo possieda ogni singolo individuo (non siamo così stupidi no?).
Tutti quanti ci accorgiamo se col tempo il costo della vita aumenta o diminuisce in rapporto alle nostre entrate ed opportunità di guadagno:
Personalmente non sono per nulla soddisfatto e credo che l'economia e la produttività nazionale non subiranno nessun miglioramento.
Perché penso questo?...
C’è un elemento fondamentale, a mio avviso, che ha un ruolo molto importante nella questione:
Con un ragionamento matematico che voglio esprimere nei dettagli (la matematica non è un'opinione), lo introduco con un esempio che mi auguro possa chiarirlo:

Prendiamo due aziende che eseguono impianti elettrici (così resto nel settore che conosco molto bene in quanto vi svolgo la mia attività da ormai trent’anni): 
  • Un’azienda ha 20 operai, un'ufficio tecnico (con un perito, e un disegnatore) ed una segretaria. 
  • L'altra azienda ha 20 operai, un'ufficio tecnico (con due periti e due disegnatori) e due segretarie. 
Secondo Voi (considerando il problema della concorrenza che tende sempre più a declassare il lavoro specializzato), quale delle due, a parità di prezzi (concorrenziali di mercato), registrerà maggiori guadagni? (guadagno = ricavo - spese).
Le due aziende sono costituite da due categorie di lavoratori:
  • lavoratori produttivi
  • lavoratori improduttivi 
Apro subito una parentesi chiarificatrice ... sono certo che senza questa precisazione darei l'impressione di discriminare due figure professionali diverse (per mansioni ed anche per cultura).
Per lavoratori produttivi intendo coloro che, nella realtà pratica, svolgono e portano a termine il lavoro commissionato all’azienda da un determinato committente (cliente) entro i tempi previsti dal contratto e/o di quanto preventivato (per calcolare l'offerta da fare al committente bisogna per forza fare un preventivo – anche quando il prezzo lo stabilisce il cliente); perchè alla fine è da questi tempi preventivati che se ne preventiva e se ne trae il guadagno.
Esempio matematico:
- Per eseguire un'impianto elettrico il committente PINCO ha indetto una gara d'appalto a cui partecipano tot aziende (supponiamo che siano tre: PALLINO, TIZIO E CAIO)
- La somma messa a disposizione dal committente è di 100.000 euro (la cifra è ipotetica a titolo illustrativo), e un'azienda deve svolgere i lavori designati/richiesti dal committente che più di quella cifra non intende spendere.
- Vince la gara l'azienda che ha preventivato e presentato un'offerta di 95.000 euro (la più bassa).
- In base al numero totale di ore preventivato (es. 2000 ore), in cui si pensa possa essere eseguito il lavoro, si calcola la resa oraria (95.000 : 2000 = 47,5euro/h) che deve costituire un parametro di confronto per l’azienda per controllare l’andamento della produttività e del guadagno finale.
Ora... il personale che dovrà eseguire il lavoro in 2000 ore è il personale produttivo. Coloro che sono nei cantieri o negli stabilimenti.
Coloro che contribuiscono alla corretta esecuzione dei lavori, alla progettazione, alla gestione della commessa, all'ordinazione dei materiali, etc. (senza operare in loco), fanno parte del personale improduttivo.
Far parte del personale improduttivo, sia ben chiaro, non significa non lavorare o non contribuire all'obiettivo comune (portare a termine un lavoro - commessa - entro i tempi e modi stabiliti da contratti, capitolati e specifiche varie). Il lavoro svolto da questa categoria di lavoratori è a complemento di chi alla fin fine farà comunque registrare il ricavato del lavoro ... perché deve eseguire le opere all'atto pratico entro i tempi contrattuali.
Tutti sono indispensabili per velocizzare ed eseguire il lavoro secondo i criteri con cui deve essere eseguito ma alla fine il guadagno dipenderà da chi svolgerà le opere in loco.
Una buona progettazione, cura nei tempi di ordinazione dei materiali, gestione della contabilità, etc., consentono di organizzare e procedere meglio e più velocemente nei lavori... ma i lavori alla fine devono essere eseguiti entro i tempi previsti dal personale che esegue le opere in loco (indipendentemente dal lavoro complementare svolto dagli altri).
La matematica non è un’opinione.
Se chi svolge l’attività di complemento non la svolge con adeguata cura, oltre a mettere in difficoltà coloro che devono necessariamente eseguire ed ultimare i lavori entro i tempi stabiliti, provoca una perdita economica all'azienda (nella pratica, comunque, a chi esegue i lavori in loco si chiede anche di sopperire alle eventuali mancanze dei primi, rimanendo nei tempi previsti... e questa è esperienza da me vissuta in diverse aziende ... ,sia come lavoratore dipendente e sia come lavoratore autonomo o esterno).

Alla fine chi da' luogo al calcolo del ricavato è sempre colui che esegue il lavoro in loco, perché è la componente della forza aziendale più variabile (i costi degli impiegati e di tutte le altri componenti che stabiliscono i costi aziendali, sono più prevedibili in quanto pressoché fissi).
Torniamo alle due aziende:
La prima azienda, che ha 20 operai e 3 impiegati, esegue il lavoro in 2000 ore ed ha un ricavo orario di 47.5 euro/h.
La seconda azienda con 20 operai e 6 impiegati... pensate che esegua lo stesso lavoro in meno tempo?
Un maggior numero di impiegati può agevolare la seconda azienda nella contabilità, in un maggior numero di progetti e/o consulenze, supponendo che abbia un maggior volume di lavoro ... ,non certo per ridurre i tempi di esecuzione dei lavori in loco che vengono eseguiti, in entrambe i casi, dallo stesso numero di operai.
I tempi di esecuzione si allungheranno o si ridurranno dal numero della forza operativa che esegue i lavori in loco.
Se quindi entrambe le aziende ricavano 47.5 euro/h (perché i lavoratori che svolgeranno i lavori sono di ugual numero e impiegano lo stesso tempo), una ha più costi dell'altra e quindi un guadagno inferiore.
Con questo mio personalissimo ragionamento intendo concludere che in un'azienda deve esserci una giusta proporzione fra forza produttiva e forza improduttiva, ma non solo...
Ci sono in gioco anche i capricci o le stravaganze di molti dirigenti o titolari d'azienda.
C'è chi cura molto l'attrezzatura per eseguire i lavori anziché gli arredamenti dell'ufficio e chi invece fa il contrario.
Se si vuole dare più importanza a chi in effetti produce il guadagno, essendo parte attiva oltre che esseri umani, dimostrandolo con adeguati compensi (art. 36 della Costituzione), si avrà sicuramente una maggior motivazione di questi con una conseguente maggior produttività. Se al contrario si vuol dare più importanza alla forma, a cose immateriali che non producono nulla se non soddisfazioni dettate da pura vanità del dirigente o titolare d'azienda (che è comunque un suo legittimo diritto), non si otterranno sicuramente gli stessi risultati.
Bisogna quindi mantenere una giusta proporzione fra costi produttivi, costi improduttivi ed altri costi (chiamiamoli di rappresentanza o di immagine aziendale).
Questo lungo esempio si può applicare in senso lato alla nostra economia con i relativi annessi e connessi:
Se immaginiamo la nostra nazione come una grossa azienda, possiamo anche in questo caso riportare pari pari le stesse figure dell'esempio delle due aziende sopra descritto.
Di quanti lavoratori è composto il settore produttivo? (Industria, Manifatturiere, Trasporti, etc.)
Di quanti lavoratori è composto il settore improduttivo? (Pubblica amministrazione, organi di Stato, Difesa, dipendenti pubblici, etc.).
Che tipo di costi sono attribuibili alle stravaganze degli amministratori del denaro pubblico?
Io capisco che ognuno è libero di fare le proprie scelte (ed è sia giusto che legittimo), ma bisogna alla fine valutare e vedere se chi ha scelto un impiego meno pesante, meno sporchevole, più riparato da rumori, intemperie, etc., alla fine lo svolge a complemento di chi in effetti produce qualcosa che si possa commerciare (nel proprio paese ed all’estero), poiché è da tale capacità che dipende l’economia ed il benessere della nazione. E’ tanto risaputo che, è divenuto persino un detto, molti dipendenti pubblici si dice che pensano a portare a casa solo lo stipendio a fine mese e basta. E che dietro ai vari sportelli non sanno nemmeno cosa devono dire e fare (ognuno ha una sua versione da dire alla gente che vi si rivolge).
La pubblica amministrazione, gli organi di Stato, danno veramente quel servizio ai cittadini che contribuisce allo sviluppo sociale ed economico del Paese?
E' molto importante valutare queste cose, perché oltre a sensibilizzare la coscienza individuale, possono spiegare alcune ragioni che condizionano un'importante equilibrio, quello economico e sociale di un'intera nazione.
Abbiamo già registrato un notevole abbandono di alcuni settori lavorativi per notare l'incremento di altri... ed abbiamo anche visto le conseguenze (se non fosse per gli extra-comunitari dove andremmo a finire?). L'economia nazionale e tutti gli aspetti menzionati all'inizio di questa considerazione dipendono sicuramente anche da questo passaggio.
C'è stato un notevole abbandono del settore agricolo e manifatturiero e un incremento del settore dei servizi (es. immobiliari, finanziari, lavoro interinale, ed altri). Ora senza togliere l'utilità che effettivamente tali servizi danno... in realtà cosa producono? Cosa andiamo a vendere nel mercato internazionale? Senza contare che questi settori gravano su quelle persone che sono maggiormente colpite dalla cosiddetta crisi economica (casa, soldi, lavoro).
Fin qui sembrerebbe puntare il dito contro gli italiani (la popolazione)... ma c'è dell'altro:
Al di là delle responsabilità individuali di ognuno di noi, per le scelte fatte o ambite, non dobbiamo dimenticare che esiste una rappresentanza di persone (anch'esse che gravano sulle spalle dai cittadini) che deve governare. Deve studiare i problemi e gli aspetti fondamentali dell'evoluzione della società, proporre soluzioni, leggi, etc. Anche dal loro operato può dipendere la governabilità di un paese.
Piccola illustrazione:
Se un individuo ti dà uno spintone e fa finta di nulla... che ne pensi di lui?... che è un maleducato e se ne infischia degli altri.
Se un'altro individuo ti dà uno spintone e ti chiede scusa sorridendo?... che ha sbagliato ma è educato, riconosce lo sbaglio e chiede scusa.
Se il giorno dopo incontri di nuovo i due individui ... quello che ti ha spinto senza chiedere scusa non ti sfiora neanche, mentre quello che ti ha chiesto scusa ti spinge nuovamente e ti chiede nuovamente scusa col solito sorriso, e così accade ogni volta che li incontri ..., la penseresti ancora allo stesso modo? Quale dei due ti sembra migliore come persona e chi dei due se ne infischia degli altri?
Il primo sarà un maleducato, ma almeno non ti crea continuamente e volontariamente fastidi e non è ipocrita. Il secondo invece ti sta prendendo per il culo dando solo una parvenza di educazione e rispetto nei tuoi confronti.
La classe politica (che si è spartita il governo del nostro paese per 54 anni), è paragonabile al secondo individuo.
Fa' credere di aver sbagliato (quando non riesce a risolvere i problemi), ma non fa nulla per risolverli. Continua a soggiogarti facendo credere che non lo fa intenzionalmente, chiedendoti di aver fiducia e pazientare. Quando a un certo punto reagisci (perché ti rendi conto che se ne infischia ipocritamente) ... ti dice che sei ingovernabile, incivile, incontentabile, etc..
Queste persone (oltre a non sapere o a non volere governare) pensano solamente ad aumentarsi in quantità e frequenza inaudita i loro compensi e privilegi, preoccupandosi solo di creare nuovi posti di lavoro (che generano contributi in tasse ..., che gli permettono gli aumenti e i privilegi prima citati), senza neanche curarsi di ciò che la gente può in realtà godere da tali posti di lavoro. (v. ancora l'art. 36 della Costituzione).
Per riassumere, la pubblica amministrazione è indiscutibilmente necessaria al progresso e alla tutela della società... a condizione che funzioni e che la si voglia far funzionare!
Gli organi di stato sono ben tollerati e ben meritevoli di lauti compensi... (sempre entro certi limiti), se migliorano realmente le condizioni sociali della popolazione, l'economia nazionale, e non esagerano con gli sprechi, i privilegi, etc.
I costi complementari come lusso e decoro delle strutture... sono condivisibili se non considerati di primaria importanza rispetto ai costi necessari alla salute ed altre necessità dei cittadini (che li mantengono nel lusso, sia nella vita privata che nell'ambiente di lavoro).
Ad es:
Non è condivisibile da nessun cittadino ... credo ... spero ..., il fatto che un sindaco aumenti le tasse, i buoni mensa degli asili o scuole ai bambini, per poi scoprire che si è rifatto l'ufficio con accessori tipo tappeti persiani, salotti in stile, segretaria personale, etc.
Tralasciamo tutti gli ornamenti e i restauri degli edifici presidenziali, governativi, etc., che danno sì un apparente prestigio all'Italia, ma che sicuramente lasciano ancora senza tetto (dopo decenni) alcune migliaia di persone da cui si pretende comunque un impegno nello svolgere un'attività lavorativa per contribuire allo sviluppo della nazione (ma quale sviluppo... di Montecitorio? di Palazzo Chigi? etc.)
Ci sono delle priorità che possono fortemente influire sulle reazioni e sulle scelte dei cittadini e che possono peggiorare o migliorare realmente quei problemi che a dir dei nostri politici al governo, divengono irrisolvibili senza la collaborazione dei cittadini.
Per i nostri governanti non è mai il caso in cui certi problemi dipendano dal modo in cui i cittadini si sentano considerati da chi li governa, pretendendo sempre e solo collaborazione, fiducia, rispetto sulla base di promesse che non concretizzano mai?
Proprio come accade fra un dipendente e il proprio datore di lavoro.
Quindi se da una parte la popolazione si orienta a determinati tipi di lavoro anziché altri... può anche dipendere dal frutto che portano a casa. Se il raccolto è stress, umiliazione, spossatezza tali da non potersi più godere la famiglia, lo svago e una vita sufficientemente tranquilla e decorosa... e in aggiunta sotto i loro occhi lo spettacolo di molti che facendo poco vivono lo stesso (contenti o scontenti) e altri che non facendo nulla vivono nel lusso a spese loro ..., credo che non siano poi tanto da criticare simili scelte o cambiamenti.
E' evidente che sono un sostenitore della classe operaia ... non me ne vergogno e non ho paura a dirlo ... e temo solo che questa classe, di cui sono fiero di appartenere, sarà sempre più discriminata ed emarginata anziché valorizzata, a scapito del progresso dell'intera nazione, ma molti guai credo che se li sia andati a cercare anche lei imborghesendosi forse troppo.
L'economia, il deficit, l'inflazione, il debito pubblico, lo scarso potere d’acquisto dei salari, il basso Pil, la scarsa produttività, sono tutti problemi creati dall'avidità e dall'egoismo dei nostri rappresentanti eletti e dei dirigenti d’azienda … poiché danno troppa importanza alla forma più che alla sostanza... e la stessa cosa stanno dimostrando di avere a cuore pure i ceti sociali più deboli e la classe operaia.
Le aziende che hanno elevati costi aziendali devono per forza strangolare i lavoratori e arrancare nel mercato ricorrendo anche alla cosiddetta concorrenza sleale, bustarelle, etc.
La classe politica e la pubblica amministrazione che vivono nel lusso (politici e dirigenti) offrendo ben poco complemento alla popolazione produttiva (per i troppi lavativi che stanno dietro ai vari sportelli) costituiscono anch’esse dei costi elevati che ricadono per forza sui cittadini e sull’intera società … non lo stiamo toccando con mano forse?
Concludo ribadendo il pensiero più volte espresso che, al di là di come molti possano interpretare quanto sopra, la democrazia rappresentativa è oggi obsoleta, con la tecnologia moderna e soprattutto la buona volontà e la collaborazione dei cittadini, oggi è possibile trovare soluzioni alternative.
In che modo? Concentriamoci sui nostri diritti costituzionali che riguardano l’esercizio diretto della sovranità che ci appartiene ( Artt. 50, 71, 75 e 138 della Costituzione) forse qualche idea ci verrà in mente. Il problema è uno soltanto: UNIONE, bisogna trovare il modo di UNIRSI!


Bruno Aprile - 3472954867

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