domenica 1 gennaio 2012

Modifica dell'art. 75 Cost. - Referendum abrogativo



Ho appreso di tale proposta tempo fa ed ora l'ho notata pure nel Blog raffigurato nell'immagine, dove ho postato un parere (visto che è stato chiesto dallo stesso Senatore). Per ora il mio commento/parere non è ancora visibile nel Blog e comunque lo esprimo qui:

Elevare a 750.000 le firme, e a 7 i consigli regionali (questi ultimi mai utilizzati per indire il referendum di cui all'art. 75 Cost.), per come è stato attuato con la legge 352/70 tale importante strumento di democrazia diretta, significa ostacolare ancor più l'azione di controllo del popolo sovrano (sulla carta) sui suoi rappresentanti.

L'obbligo dell'autenticazione delle 500.000 firme da presentarsi in soli tre mesi di tempo, perché il popolo possa andare alle urne ad esprimere un parere VINCOLANTE sul permanere o meno di una legge ordinaria fatta dal parlamento italico, ha già reso impraticabile l'impresa ai cittadini. Sfido CHIUNQUE a raccogliere 500.000 firme autenticate in soli tre mesi di tempo... tanto è vero che finora i referendum abrogativi che si sono svolti in Italia sono sempre stati proposti e promossi dai parlamentari (non titolari di tale strumento).

Se cominceremo a distinguere un referendum popolare dal plebiscito forse riusciremo a comprendere, e a far comprendere ai politici "eletti", che la differenza è abissale.
In sostanza non si deve agevolare una minoranza dei membri del parlamento ma la popolazione (in quanto essa è sovrana).

Il referendum deve essere accessibile alla popolazione e non agli eletti, che hanno altri modi e strumenti per contestare una legge. Il referendum è uno strumento del POPOLO.

L'Italia Dei Valori, se vuole rafforzare la democrazia diretta, farebbe forse bene a sostenere un disegno di legge già esistente, anch'esso giacente nei cassetti della commissione parlamentare a cui assegnato, che punta ben più in alto. Il solo referendum abrogativo credo che non sia sufficiente ad evitare i danni che una legge può causare alla popolazione ed allo stesso sistema politico/istituzionale una volta entrata in vigore. Sarebbe opportuno, come è stato fatto in Svizzera, introdurre il referendum confermativo facoltativo per dare la possibilità al popolo di impedire che una legge entri in vigore e faccia quindi dei danni fino a che qualcuno non si decida a promuovere un referendum abrogativo.

Il disegno di legge costituzionale esistente presentato nel 2009 e giacente in commissione affari costituzionali del Senato, che IDV potrebbe sostenere senza quindi inventare nulla, è il seguente.

AGGIORNAMENTO  AL  2  GENNAIO  2012

Il mio commento è stato pubblicato... attendiamo un riscontro con auspicabile seguito al dibattito

AGGIORNAMENTO  AL  5  GENNAIO  2012

Non ho voluto dirlo prima, ma ora lo dico.
Il Blog indicato nel post, dove ho postato il commento, lo avevo trovato semplicemente dopo avere ricevuto la notifica via e-mail che si erano aggiunti due senatori dell'IDV fra i follower del mio profilo su Twitter.
Dopo avere creato questo post, avere postato il mio commento nel Blog indicato ed avere divulgato la cosa in qualche gruppo su piattaforma Facebook... sono scomparsi i due senatori dai follower del profilo Twitter.

Non mi strappo certamente i capelli e cercherò di sopravvivere... mi dispiace soltanto che forse la mia paranoia mi porti a pensare che coloro che dovrebbero avere più coraggio di un comune e semplice cittadino si limitino a spiare senza bussare e senza nemmeno rispondere alle considerazioni fatte proprio sotto il naso (nella fattispecie nel Blog di cui sopra).
Io... comune mortale e semplice cittadino espongo a chi di dovere DIRETTAMENTE le mie opinioni... senza andare a spiare nessuno e sono aperto al dialogo, anche se spesso molto critico, d'altra parte la politica è anche questa.


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