sabato 14 settembre 2013

Lettera al Ministro del Lavoro (anticipata via PEC)


Egregio signor Ministro,
colgo l'occasione del delicato, per non dire ormai veramente tragico, momento in cui l'Italia versa, sul piano occupazionale lavorativo, per descriverLe una situazione che a mio avviso merita non solo una dovuta attenzione delle istituzioni e della politica (di chi fa politica - più precisamente), ma anche un tempestivo intervento.

Lei sa meglio di me che tanto la Costituzione italiana, quanto il Codice Civile e qualsiasi legge, considerano i lavoratori tutti uguali.
Tuttavia nella realtà pratica, consueta da decenni ormai in Italia, esistono lavoratori di classe A e lavoratori di classe B.
Non fraintenda, per carità, poiché non mi riferisco a lavoratori che hanno lauree e chi non ne ha, e neppure a lavoratori con diversi livelli di qualifica professionale.

Mi riferisco a lavoratori con lo stesso livello professionale e qualifica e stesse mansioni che svolgono negli stessi luoghi di lavoro.
La differenza sta nel fatto che sono dipendenti ed assunti da aziende diverse che operano nello stesso luogo di lavoro e svolgono lo stesso tipo di opere/lavoro.

Entro nei particolari:
  • Il committente A ha bisogno di fare effettuare dei lavori e indice una gara d'appalto.
  • Tot numero di aziende presentano le loro offerte e quella che vince l'appalto inizia e svolge i lavori commissionatigli dal Committente.
  • E' ormai consuetudine che molto spesso l'azienda che vince l'appalto impiega oltre al personale dipendente proprio, anche del personale esterno, ovvero dipendente di altre ditte a cui SUB-APPALTA parte dei lavori o addirittura tutti i lavori.
  • Supponiamo che la ditta B sub-appalata parte dei lavori alla ditta C
  • I dipendenti della ditta B hanno un livello 5 (in busta paga), ferie, tredicesima, quattordicesima, TFR, premio di produzione o superminimo.
  • I dipendenti della ditta C che svolgono le stesse identiche mansioni dei dipendenti della ditta B, nello stesso luogo di lavoro, se (e ripeto se) hanno le ferie, la tredicesima (la quattordicesima non esiste perché le ditte scelte dagli appaltatori sono piccole aziende), TFR, etc. guardano i dipendenti della ditta B andare in ferie e loro non possono andarci (altrimenti chi posta avanti i lavori ?), hanno livelli inferiori (sempre in busta paga) anche se hanno pari livello dei dipendenti della ditta B, e quindi retribuzioni, contributi, etc. inferiori, ma la parte più interessante è che quando la ditta appaltatrice si porta avanti coi lavori in maniera soddisfacente, grazie anche al lavoro svolto dai lavoratori della ditta C, inizia a sfoltire il personale operante ... e provi a indovinare chi ? Ecco il precariato come nasce e permane.
  • Non è finita signor Ministro ... la parte più interessante, o curiosa, è la seguente:
Quando un lavoratore viene assunto dalla ditta C perché ne fa richiesta la ditta B, deve piacere non tanto alla ditta C ma bensì alla ditta B, poiché è cliente della ditta C (questa fornitore della ditta B). Se la ditta B dice alla ditta C che il tal lavoratore non va bene ... la ditta C lo licenzia e lo può fare tranquillamente perché strutturata diversamente dalla ditta B.
Il fatto curioso qual'è ? Il fatto curioso è quando si presenta la situazione inversa. Ossia quando il lavoratore va bene alla ditta B.
Se il lavoratore che va bene alla ditta B, e tanto più alla ditta C, chiede alla ditta assuntrice (ditta C) un trattamento migliore perché ha dimostrato delle capacità e impegno e la ditta C lo nega e, ancor peggio, lo sfrutta facendo qualche furbata non propriamente legale per non rimanere soffocata dalle tasse imposte dallo Stato, e il lavoratore se ne va perché sfruttato eccessivamente a volte, con il dispiacere e/o la sorpresa della ditta B, che lo reclama pure ... non viene assorbito dalla ditta B (seppur dispiaciuta che quel dipendente della ditta C se ne è andato).
Sarebbe in grado signor Ministro, di spiegare come mai la ditta B non assume direttamente il lavoratore che ha lavorato con la ditta C nel suo cantiere, in quanto soddisfatta di lui ?
In attesa di una cortese risposta a questa domanda, le rinnovo l'invito a considerare il fatto che esistono lavoratori di classe A e lavoratori di classe inferiore pur avendo le stesse capacità e mansioni professionali che svolgono nello stesso luogo di lavoro, solo perché sono dipendenti di ditte diverse.
Non mi sembra né molto equo e né molto opportuno alla crescita della produttività dell'Italia ormai poco produttiva (e di cui ne conosciamo le conseguenze).

Con osservanza

Bruno Aprile
senza fissa dimora, disoccupato e padre di famiglia (disastrata anch'essa).


AGGIORNAMENTO DEL POST

Almeno una risposta è giunta: speriamo che il Ministro dia anch'egli un riscontro e si esamini il problema ormai consuetudine da decenni
AGGIORNAMENTO AL 16 NOVEMBRE 2013

Siccome di tempo ne è trascorso a sufficienza, per attendere una risposta dal Ministro, riporto qui sotto una mia ulteriore istanza che assieme a quella precedentemente inviata non ha ottenuto risposta:

CONCLUSIONI:

Dato che nel corso degli anni ho scritto a molte istituzioni (Consiglio Superiore della Magistratura, Presidente della Repubblica, Corte costituzionale, Ministero Giustizia, Ministero Interni, Ministero Politiche Sociali e Lavoro, Ministero Esteri, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Prefetture, Questure - per indicarne alcune) non posso dire di non avere mai ricevuto risposte, infatti:
  • Il Quirinale mi rispose
  • La Presidenza del Consiglio dei Ministri mi rispose
  • La Corte costituzionale mi rispose
  • Il Ministero della giustizia mi rispose
  • Il Ministero degli interni - ufficio elettorale mi rispose
  • La Prefettura di Alessandria mi rispose (ma non a successivi solleciti più dettagliati)
  • La Questura di Como (prima) e di Alessandria (dopo) mi risposero.
  • Il Ministero degli Esteri mi rispose
Ovviamente le risposte avute non toccavano "denti dolenti", e per denti dolenti intendo quelle questioni che la MAFIA DI STATO ha creato e che non intende affrontare come dovrebbe (uso come riferimento sempre la Costituzione italiana e non ribadisco più il perché), poiché su certi temi, come quello che ho esposto, un Ministro obiettivo e coscienzioso non saprebbe cosa rispondere se non, PER EDUCAZIONE E RISPETTO in chi lamenta situazioni REALI e INNEGABILI, con una frase del tipo:

Egregio sig. Aprile, sarà mia premura (che io ritengo DOVERE di un Ministro) sottoporre la questione da Lei segnalata a chi di dovere.

Ergo:
Se ritengo dei parassiti inutili e dannosi certi individui all'interno delle istituzioni e/o dei Ministeri è perché oltre a non dare risposte, molto probabilmente non hanno né i mezzi e né i poteri per fare NULLA ! Di conseguenza ribadisco sempre quello che mi domando da sempre:

A CHE CAZZO SERVE QUESTA GENTAGLIA ? Che VOTIAMO A FARE ? Che li MANTENIAMO NEL LUSSO a fare ?







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