venerdì 25 ottobre 2013

Riforme costituzionali ed elettorali - a che punto siamo ?

Su iniziativa del Governo (Presidente del Consiglio: Enrico Letta - XVII legislatura) è stato presentato al Parlamento un disegno di legge costituzionale che vuole "istituire un Comitato parlamentare che si occupi delle riforme della Costituzione e delle leggi elettorali", che comporterà pure la modifica dell'art. 138 della Costituzione (articolo che prevede il referendum confermativo facoltativo se in seconda votazione la legge costituzionale non raggiunge i 2/3 dei voti dei membri di entrambe le camere).

Premetto che una legge di revisione della costituzione o una legge costituzionale deve essere votata DUE VOLTE da entrambe le camere a distanza di non meno di 3 mesi dalla prima alla seconda votazione.

Il disegno di legge è stato presentato dal Governo prima al Senato della repubblica, che lo ha modificato e votato favorevolmente, in prima votazione (prima lettura) l'11 luglio 2013 (A.S. - ovvero Atto Senato n. 813).

Il Senato ha trasmesso quindi alla Camera dei deputati il disegno di legge costituzionale che a sua volta lo ha votato favorevolmente, in prima votazione (seconda lettura) il 10 settembre 2013 (A.C. - ovvero Atto Camera n. 1359)

La Camera dei deputati ha trasmesso al Senato per la seconda votazione (terza lettura) il disegno di legge costituzionale e questi lo ha votato favorevolmente il 23 ottobre 2013 con 218 voti favorevoli (più dei 2/3 dei membri).

A noi interessa cosa succede alla seconda votazione (terza e quarta lettura) perché da questo, ossia dal numero dei voti in questa votazione, sappiamo se sarà il popolo, col referendum previsto, a confermare o meno le modifiche costituzionali proposte.

Riporto il testo dell'art. 138 Cost. evidenziando le parti che ci interessano:

"Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti."

Informazioni e spiegazioni aggiuntive a chi non mastica molto la materia:

  • Perché passi una legge costituzionale o di revisione costituzionale occorre che in seconda votazione sia votata dalla maggioranza assoluta dei membri di ciascuna camera, ovvero da: 630:2+1 = 316 deputati e 315:2+1 = 158 senatori. In questo caso la legge potrebbe essere confermata o meno dal popolo, con referendum confermativo (senza quorum di partecipazione) se 500.000 cittadini elettori, o 5 consigli regionali, o 126 deputati, o 63 senatori richiedano referendum entro 3 mesi dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale.
  • Se la legge viene votata in seconda votazione da 630:3x2 = 420 deputati e 315:3x2 = 210 senatori non si può fare luogo a referendum ed il popolo non potrà metter becco alla decisione presa dal parlamerda italico.
Come ripeto a noi interessa la seconda votazione e il Senato ha votato il disegno di legge costituzionale per la seconda volta, il 23 ottobre 2013 con 218 voti favorevoli (oltre i 2/3).
Ora toccherà alla Camera dei deputati esprimersi alla seconda votazione (quarta lettura) e se voteranno favorevolmente la legge almeno 420 deputati ci possiamo scordare il referendum anche questa volta (come col pareggio di bilancio in costituzione - aprile dello scorso anno).

Se la Camera voterà favorevolmente la legge con meno di 420 deputati dobbiamo SPERARE CHE QUALCUNO richieda il referendum entro tre mesi dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e che raccolga le 500.000 firme previste.
A meno che, per la PRIMA VOLTA nella storia della repubblica costituzionale italica, 5 consigli regionali non lo richiedano evitando la raccolta delle firme e risparmiandoci 260.000 euri che finirebbero al partito che avrà raccolto le firme e promosso il referendum - col rimborso previsto dalla legge n. 57/1999.
Che possa essere promosso da almeno 10 cittadini elettori come previsto dalla legge n. 352/1970 col sistema di autenticazione e certificazione delle firme previsto dalla stessa legge e leggi di modifica, lo escludo categoricamente. Non è mai successo ... e lo credo bene.

In merito alla legge non mi esprimo perché non l'ho letta attentamente tutta, sicuramente non l'ha letta nemmeno Letta :-), ma posso dire che mi piace il punto che abolisce il paletto che attualmente evita il referendum con il voto dei 2/3 dei membri delle camere.

Il resto lo esaminerò con calma perché non c'è nessuna urgenza, poiché se si mettono d'accordo, come ho già detto, il popolo non potrà fare nulla. Per ora vige la regola che i 2/3 dei membri di entrambe le camere possono impedire al popolo di confermare o meno la legge con referendum.

Per ora attendiamo che la camera si esprima e l'atto su cui dovrà esprimersi prende il nome:
A.C. 1359-B ed il suo iter è al seguente link:
http://www.camera.it/leg17/126?tab=&leg=17&idDocumento=1359-B&sede=&tipo=

Colgo l'occasione, poiché in tema, per ricordare che un gruppo di cittadini e associazioni di cittadini hanno redatto e presentato in parlamento un disegno di legge costituzionale con oltre 52.000 firme ad agosto dello scorso anno mediante il quale si chiede che il referendum confermativo su certe tematiche (modifiche alla costituzione, ratifica di trattati internazionali, legge elettorale, etc.) sia obbligatorio (senza proponenti e senza raccolta firme - come in Svizzera dal 1848 sulle modifiche alla Costituzione svizzera)

Il disegno di legge si intitola "Quorum Zero e Più Democrazia e nel sito della Camera dei deputati lo troverete col nome A.C. 14


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