Quando la Grecia era una vera democrazia, Pericle elogiava gli ateniesi poiché riteneva che loro, a differenza degli altri popoli, trovavano il tempo di dedicarsi pure alla politica, oltre che per le normali cose di tutti i capi famiglia.
Le preoccupazioni che il sistema stesso ha generato nella popolazione, per togliere tempo prezioso alla gente, sono sempre state uno strumento dei poteri forti e delle oligarchie partitiche.
Sono questi poteri che creano crisi, disoccupazione, problemi sociali, etc. ... per impegnare la gente e distoglierla dalla soluzione e dalla democrazia.
Più la gente è preoccupata e dedita al lavoro e/o a trovare soluzioni per sbarcare il lunario, o pagare i debiti (che spesso fa per cose utili ma non necessarie), e meno tempo ha per comprendere gli obiettivi e gli orientamenti della classe politica dirigente e dedicarsi alla politica in maniera attiva.
Datevi da fare italiani perché, come ripeto spesso, il popolo ha dei diritti e degli strumenti costituzionali e legislativi per partecipare all'amministrazione del bene comune e della cosa pubblica, diritti negati e ostacolati dalla classe politica/rappresentativa.
Democrazia Diretta a fianco di quella rappresentativa ... non c'è altra salvezza ed elezione che tengano !
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Tratto dal libro "La guerra del Peloponneso" scritto da Tucidide
Capitolo 40: - Le buone qualità dei cittadini ateniesi
Infatti noi amiamo ciò che è bello ed insieme frugale ed amiamo la saggezza senza mollezza, ci serviamo della ricchezza più per l'opportunità di azione che per lo sfoggio in un discorso, e non è vergognoso ammettere di essere povero, anzi è più vergognoso tentare di rifuggire con i fatti la povertà.
Le stesse persone si possono occupare diligentemente degli affari domestici e politici contemporaneamente e per gli altri, che si sono dedicati ad (altre) occupazioni (è possibile) conoscere le attività dello Stato abbastanza bene. Noi soli, infatti, consideriamo chi non prende assolutamente parte a queste questioni (politiche) non quieto, ma inutile e noi stessi giudichiamo o discutiamo correttamente le questioni, dato che riteniamo che le parole non siano d'ostacolo alle azioni, anzi piuttosto non essere stati informati in anticipo da un discorso prima di andare ad occuparci di ciò che bisogna compiere con un'azione.
Infatti siamo differenti anche in questo, che siamo sì veramente coraggiosi, ma valutiamo le azioni che ci accingiamo a compiere, perché (invece) per gli altri l'ignoranza porta all'audacia ed il calcolo ragionato all'indecisione.
A buon diritto potrebbero essere considerati fortissimi d'animo coloro che sanno riconoscere in modo chiarissimo le cose temibili e quelle piacevoli e per queste motivazioni non volgano le spalle ai pericoli. Anche negli atti di valore ci siamo messi in posizione opposta ai più: infatti non ci procuriamo gli amici ricevendo benefici, ma facendone. Dunque chi fa un favore è un amico più sicuro, tanto da conservare il favore dovuto grazie alla riconoscenza di colui al quale egli l'ha dato. Colui che invece è debitore a propria volta è più debole, perché sa di dover ricambiare il favore non per ottenere gratitudine, ma per ripagare un debito.
E noi soli portiamo aiuto senza timore a qualcuno non tanto tenendo conto del guadagno, quanto per la fiducia che deriva della libertà.
N.B. Questa è la versione tradotta dall'originale (in lingua greca) ... e non quella ciofega inventata dai sinistri italici, che il comico Paolo Rossi ha recitato pure in televisione, introducendo alcuni passi INESISTENTI.
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