lunedì 18 marzo 2013

Proposta “Quorum zero e più democrazia” - Sesto S. Giovanni


Copio e incollo dalla fonte
Siamo stati convocati per mercoledì 20 marzo 2013 presso la 1a Commissione Consiliare (Affari Generali e Istituzionali), ore 18,30 sala riunioni del 2° piano del palazzo comunale in piazza della Resistenza 20, a illustrare la proposta in oggetto.
Essendo la commissione pubblica, i cittadini interessati hanno la possibilità di assistere alla suddetta commissione e avranno così l’opportunità di approfondire l’argomento.
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Oggi, lunedì 11 dicembre 2012, l’associazione ha provveduto a far autenticare la firma di un proponente la sotto riportata proposta di iniziativa popolare. Da domani sarà possibile raccogliere le firme di cittadini che la vorranno appoggiare.
Ecco il testo integrale:
Proposta di iniziativa popolare “Quorum zero e più democrazia”
1 - Relazione illustrativa della proposta di iniziativa popolare ai sensi dell’art. 60 del regolamento del consiglio comunale di Sesto San Giovanni
Premessa- L’utilizzo degli strumenti di Democrazia Diretta rappresenta sempre un progresso della democrazia.  Il dibattito pubblico che ne consegue, tra amministrazione e cittadini, permette il raggiungimento di obiettivi condivisi. Il coinvolgimento politico dei cittadini non dovrebbe essere reso più difficile con l’imposizione del quorum nei referendum. Lo scopo delle procedure di Democrazia Diretta dovrebbe essere quello di incoraggiare i cittadini ad essere parte attiva delle decisioni.
- Negli stati in cui c’è un uso consolidato dei referendum, come in Svizzera e in 23 stati degli USA (tra cui California, Oregon), non esiste il quorum.
- In Irlanda, Spagna, Regno Unito, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Islanda, Finlandia non è previsto il quorum nei referendum nazionali.
- Con sentenza del 2-12-2004 n.372 la Corte Costituzionale ha stabilito che l’art.75 della Costituzione, che prevede il quorum a livello nazionale, non comporta l’obbligo del quorum per i referendum previsti negli statuti degli enti locali.
- La validità delle elezioni europee, nazionali, regionali, provinciali e comunali in Italia non è condizionata da alcun quorum.
- Nel 2012 l’affluenza alle elezioni comunali di Sesto S. G. nel secondo turno fu del 39,37 %
- In Italia esiste il referendum confermativo delle leggi di modifica costituzionale che non prevede alcun quorum.
- Il quorum a livello locale non è previsto in nessuna legge che regola gli enti locali, e nemmeno nel Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali – D. Lgs. 18 Agosto 2000, n. 267
- In Italia, alla data del 01/11/2012, siamo a conoscenza che esistono almeno 11 comuni con quorum zero e sono:
Verano (BZ) dal 2005
Ortisei (BZ) dal 2006
La Val (BZ)  dal 2006
Fiè (BZ)  dal 2006
Villa Lagarina (TN) dal 2009
Lana (BZ)  dal 2010
Varna (BZ)  dal 2010
Dobbiaco (BZ)  dal 2010
Terento (BZ)  dal 2010
Sassello (SV) dal gennaio 2012
Lagundo (BZ) dal 3 ottobre 2012
e che in alcuni comuni hanno un quorum relativamente basso e sono:
Cortaccia (BZ) quorum 15%;
San Candido (BZ) quorum 15%;
Caronno Pertusella (VA) quorum 10%
- il 4 dicembre 2012 si è discusso nel consiglio comunale di Trento  una proposta dei cittadini per eliminare il quorum nei referendum e il 5 dicembre 2012 analoga iniziativa è stata discussa nel comune di Rovereto (verrà votata il 18 dicembre 2012)
- entro il 24 dicembre 2012 si voterà una modifica dello statuto del comune di Vicenza per introdurre il quorum zero nei referendum consultivo, propositivo, abrogativo e propositivo-abrogativo
- In Baviera nel 1998 la Corte Costituzionale Bavarese (i cui menbri sono nominati dalla democrazia rappresentativa), dopo il referendum del 1 ottobre 1995 per l’introduzione del diritto di lanciare iniziative che potessero portare a referendum vincolanti locali con quorum zero vinto dal movimento Mher Demokratie, ha imposto il quorum nei referendum. Il quorum fissato varia a seconda della grandezza della città: per città fino a 50.000 abitanti esso è del 20%. Questo valore, apparentemente basso, permette ancora il boicottaggio delle forze politiche al governo e fa sì che il 40,5% dei referendum vengano invalidati per non raggiungimento del quorum, tanto che le autorità della Baviera stanno pensando a una sua riduzione al 15%.
Obiettivi
Uno dei principi fondamentali sui quali si basano i moderni stati di diritto è che i cittadini sono i titolari del potere politico. Essi, provvisoriamente e per ragioni pratiche, danno mandato ai loro rappresentanti, scelti con le elezioni, che si occupino della gestione della cosa pubblica ma rimangono i pieni titolari del potere politico che dà loro il diritto di proporre istanze, petizioni, iniziative e referendum qualora lo ritengano opportuno, raccogliendo un adeguato numero di firme.
Con lo strumento del referendum, i cittadini possono sottoporre ai loro concittadini proprie richieste su fatti rilevanti che coinvolgono la vita della comunità, oppure proporre di cancellare un atto
introdotto dagli amministratori.
Purtroppo questo strumento dalle grandi potenzialità è stato introdotto dai nostri amministratori con una grave limitazione e cioè quella della necessità del raggiungimento di un quorum obbligatorio del 50% + 1 degli aventi diritto al voto affinché la consultazione referendaria sia ritenuta valida.
Apparentemente la motivazione del quorum sembra nobile: stimolare una grande partecipazione dei cittadini. Sembra una ragione giusta e condivisibile ma, quando si approfondisce l’argomento, si scopre che in realtà la presenza del quorum diminuisce la partecipazione. Sembra un paradosso ma i risultati di anni di consultazioni referendarie mostrano proprio questo effetto e il motivo è semplice: chi si oppone al referendum, il fronte del NO, ha scoperto che vince molto più facilmente boicottando il referendum, ossia invitando al NON VOTO, piuttosto che combattere per le sue ragioni (come verificatosi ad esempio a Cusano Milanino nell’ultimo referendum del 01/04/2012)
In pratica al NO si aggiungono gli astenuti e questo permette di sconfiggere il SI in modo scorretto poichè chi si astiene può avere molte ragioni (non essere interessato al quesito referendario, essere ammalato, essere fuori residenza per motivi di lavoro, ecc.)
Chi fa boicottaggio ha interesse che ci sia il più alto numero di astenuti e quindi invita esplicitamente al NON VOTO, non fa campagna elettorale, non affigge manifesti, non partecipa alle serate pubbliche, non scrive ai giornali, non si fa intervistare sull’argomento. Fa tutto il possibile perché non si parli del referendum. Infatti, meno se ne parla e meno cittadini andranno a votare. Questo comportata un danno ai cittadini poichè non ricevono una corretta informazione.
Generalmente chi comanda ha potere economico e mediatico e utilizza il quorum e il boicottaggio come strumenti per far vincere il NO.
Chi propone il referendum, invece, ossia i cittadini, ha meno soldi e meno potere per contrastare questo muro quasi impossibile da valicare.
Per far funzionare l’unico strumento che dà un minimo di potere ai cittadini, il referendum, e per aumentare l’affluenza al voto, occorre che il NO, se vuole vincere, faccia campagna referendaria come il SI’. Dunque per ottenere una competizione giusta occorre eliminare il quorum. Solo in questo caso tutte le parti, se vogliono prevalere, faranno campagna per la loro posizione e così la votazione verrà portata realmente alla conoscenza dei cittadini che risulteranno ovviamente  maggiormente coinvolti.
Varie sono le conseguenze della presenza del quorum.
- La prima è di carattere economico: decine di migliaia di euro vengono spesi inutilmente per organizzare consultazioni che, se non raggiungessero il quorum, non verrebbero prese in esame poichè invalidate (suprattutto nel referendum consultivo che non ha nessun obbligo di attuazione).
- La seconda è un calo di interesse e di fiducia da parte dei cittadini verso gli strumenti di democrazia e verso l’amministrazione della propria comunità.
- La terza è che minoranze dotate di potere economico e mediatico, sfruttando il boicottaggio, riescono a prevalere su maggioranze non informate adeguatamente.
Per queste ragioni, la nostra proposta è l’abolizione del quorum referendario, ossia il far sì che questo tipo di consultazioni sia valido qualunque sia il numero di elettori che ad esso vi partecipi.
Costi
La democrazia in tutte le sue forme ha un costo. Una giornata di consultazione referendaria all’anno, ha costi paragonabili ad esempio all’investimento effettuato per un Festival cittadino e minore degli addobbi natalizi, ma è un investimento che garantisce, nel lungo termine:
- maggiore efficienza amministrativa;
- maggiore fiducia dei cittadini nei propri amministratori;
- scelte condivise sulla città;
- risparmi in tutti i settori su cui i cittadini possono intervenire.
In sintesi una migliore qualità di vita. Inoltre l’abbinamento dei referendum comunali alle votazioni europee, nazionali e regionali permetterebbe di ridurre in modo significativo i costi.
Proposta
L’associazione “Più democrazia a Sesto San Giovanni” invita la Giunta Comunale a:
- eliminare il quorum per ritenere una votazione referendaria valida modificando l’art. 12 comma 3 del “Regolamento Comunale per la consultazione dei Cittadini ed i referendum” del Comune di Sesto San Giovanni  con il seguente testo:
“la votazione è valida qualunque sia il numero dei partecipanti al voto”;
- stabilire di inviare a casa di tutte le famiglie sestesi un opuscolo informativo sui temi posti a votazione referendaria, sull’esempio di quanto già avviene ad esempo in Svizzera, in Baviera e in California. In detto opuscolo devono essere riportate le posizioni dell’amministrazione e, con pari spazio, quelle del comitato promotore.
- abbinare i referendum comunali di Sesto San Giovanni alle votazioni regionali, nazionali e europee (come accade ad esempio nel Comune di La Spezia, Milano e Gorizia), per ottenere un risparmio economico per l’ente comunale e quindi per i contribuenti (i referendum abbinati alle votazioni  regionali, nazionali ed europee permetterebbero la riduzione dei costi alla sola stampa delle schede referendarie) e un aumento dell’affluenza al voto innalzando la fiducia dei cittadini verso gli strumenti di partecipazione democratica.
- che nello statuto del Comune di Sesto San Giovanni venga introdotto l’istituto del referendum deliberativo di iniziativa popolaree che l’iniziativareferendaria possa essere esercitata dai Cittadini sovrani per tutte le materie di competenza comunale.
Chiediamo inoltre che in seguito alla presente modifica statutaria, se approvata, il Consiglio comunale non possa deliberare contratti aventi per oggetto spese attinenti al tema oggetto di iniziativa popolare di referendum, nel periodo che intercorre fra richiesta di referendum e la definitiva dichiarazione dei risultati della consultazione.
- rendere l’esito del referendum propositivo e del referendum abrogativo vincolante per l’amministrazione.
- abbassare il numero di firme necessarie per attivare il referendum dall’attuale 5% al 2% degli elettori considerando che, a livello nazionale, è necessario solo l’1% delle firme degli elettori. L’attuale percentuale del 5% è senza dubbio una soglia troppo elevata per permetettere a qualsiasi organizzazione locale la buona riuscita della raccolta firme necessarie per la presentazione di un quesito referendario. Basti pensare che per l’ultimo referendum nazionale “acqua pubblica” a Sesto San Giovanni sono state raccolte 2.450 firme con uno spiegamento imponente di volontari e anche di partiti politici con banchetti bi-settimanali per 3 mesi. Attualmente il 5% degli aventi diritto nel nostro comune è pari 3.056.
2 – Testo della proposta di iniziativa popolare (in forma di schema di deliberazione o articolato)
IL CONSIGLIO COMUNALE
 delibera
1 – di modificare lo Statuto comunale, approvato con deliberazione consiliare n. 31 in data 28/06/2004, come di seguito indicato:
all’articolo 20, comma 1:
- aggiungere la parola ”deliberativo di iniziativa popolare” tra le parole “consultivo ed abrogativo”
all’articolo 20, comma 3: sostituire le parole “5%” con le parole “2%”
- soppressione del comma 4 bis
- aggiungere all’art. 20 il comma 6 con il seguente testo: “In caso di referendum, consultivo, e/o deliberativo di iniziativa popolare e/o abrogativo, qualora il risultato della votazione sia favorevole alla proposta, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, dà avvio al procedimento di attuazione”;
2 – di modificare il Regolamento comunale per la consultazione dei cittadini ed i referendum approvato con deliberazione del consiglio comunale n. 9 in data 28/02/ 2011, nelle seguenti parti:
- agli articoli nei quali si fa riferimento al “referendum consultivo” aggiungere le parole “deliberativo di iniziativa popolare e abrogativo” (es: nell titolo del capo IV, all’art. 2 comma 1/c attualmete è previsto il solo referendum consultivo, come all’art. 9 commi 1 e 2, all’art. 10, commi 1 e 4,  all’art. 11 commi 1 e 7)
- all’articolo 10, sostituire il comma 3 con il seguente testo: “Le consultazioni referendarie vengono effettuate in una unica tornata annua, riunite in una unica giornata, di domenica non in coincidenza con altre operazioni di voto a livello comunale e provinciale. La tornata referendaria deve coincidere con le eventuali altre operazioni di voto a rilevanza regionale, nazionale ed europea. In questi casi le operazioni di voto si svolgeranno con la stessa durata.
- all’articolo 12, il comma 3 viene sostituito con il seguente testo:”3. La proposta soggetta a referendum, qualunque sia il numero dei partecipanti al voto, è approvata se ha ottenuto la maggioranza  dei voti validamente espressi”.
- all’articolo 13, aggiungere il  comma 7 con il seguente nuovo testo : “Nel periodo di cui al comma 1 deve essere diffuso, a cura e spese dell’Amministrazione comunale, un opuscolo informativo inviato a ciascuna famiglia nel quale, assegnando il medesimo spazio di almeno una pagina, vengano rappresentate le ragioni insindacabili dei favorevoli e dei contrari, a condizione che i contenuti non contrastino con norme penali”
 TESTO DELLO STATUTO COMUNALE INTEGRATO CON LE MODIFICHE :

Art. 20 – Referendum

1. ll Comune riconosce negli istituti del referendum consultivo, deliberativo di iniziativa popolare ed abrogativo uno strumento di collegamento organico tra la comunità di Sesto San Giovanni ed i suoi organi elettivi e ne favorisce l’esercizio.
2. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali del
Comune di Sesto San Giovanni.
3. Il Consiglio Comunale, entro trenta giorni dalla emissione del giudizio di ammissibilità,
indice il referendum consultivo e/o deliberativo di iniziativa popolare e/o abrogativo su materie di esclusiva competenza locale quando lo richiedano il 2% degli iscritti nelle liste elettorali secondo l’ultima revisione dinamica.
4. Possono essere sottoposte a referendum consultivo tutte le materie di competenza del
Consiglio Comunale, con esclusione di quelle attinenti:
a) il bilancio, i tributi locali e le tariffe;
b) l’attività amministrativa di mera esecuzione di norme statali e regionali;
c) le norme regolamentari relative a:
1. elezione, nomina, designazione, revoca o decadenza dei pubblici amministratori;
2. personale comunale, istituzione e aziende speciali;
3. funzionamento del Consiglio Comunale.
5. Il Regolamento Comunale della Partecipazione disciplina le modalità per l’esercizio del
potere di richiesta del referendum consultivo, deliberativo di iniziativa popolare ed abrogativo, gli effetti derivanti dalla mancata approvazione, nonché le modalità di attuazione del referendum.
6. In caso di referendum propositivo e abrogativo, qualora il risultato della votazione sia favorevole alla proposta, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, dà avvio al procedimento di attuazione.
 TESTO DEL  REGOLAMENTO COMUNALE PER LA CONSULTAZIONE DEI CITTADINI INTEGRATO CON LE MODIFICHE:
 Art. 10 Iniziativa referendaria – Data di svolgimento
1. Il referendum consultivo  e/o deliberativo di iniziativa popolare e/o abrogativo è indetto dal Sindaco, a seguito di deliberazione adottata dal Consiglio Comunale quando lo richiedono il 2 per cento degli iscritti nelle liste elettorali secondo l’ultima revisione dinamica.
2. In ogni anno può essere ammessa al massimo una sola consultazione referendaria con la proposizione di non più di tre quesiti.
3. Le consultazioni referendarie vengono effettuate in una unica tornata annua, riunite in una unica giornata, di domenica, non in coincidenza con altre operazioni di voto a livello comunale e provinciale. La tornata referendaria deve coincidere con le eventuali altre operazioni di voto a rilevanza regionale, nazionale ed europea. In questi casi le operazioni di voto si svolgeranno con la stessa durata.
4. La data per l’effettuazione dei referendum consultivi, deliberativi di iniziativa popolare e/o abrogativi è stabilita dal Sindaco, sentiti i Comitati promotori dei referendum, almeno sessanta giorni prima di quello in cui dovranno tenersi le consultazioni.
5. Il referendum non può essere tenuto quando il Consiglio Comunale è sospeso dalle funzioni o sciolto.
 Art. 12 Norme generali
 1. Il Procedimento per le votazioni per il referendum è improntato a criteri di semplicità ed economicità .
2. La votazione si svolge a suffragio universale, con voto diretto, libero e segreto.
3.  La proposta soggetta a referendum, qualunque sia il numero dei partecipanti al voto, è approvata se ha ottenuto la maggioranza  dei voti validamente espressi.
4. La ripartizione del Comune in sezioni elettorali e la scelta dei luoghi di riunione sono disciplinati dalle disposizioni del T.U. 20 marzo 1967, n. 223 e successive modificazioni.
5. Le operazioni relative al referendum, comprese quelle preliminari, sono organizzate dall’ufficio comunale preposto alle consultazioni elettorali
 Art. 13 Indizione del referendum
1. Il referendum è indetto con provvedimento del Sindaco, almeno sessanta giorni prima della data della votazione, stabilita con le modalità di cui al precedente art. 10
2. I referendum ammessi dopo tale data sono effettuati nella sessione referendaria dell’anno successivo.
3. Copia del provvedimento di indizione viene inviata dal Sindaco ai capi gruppi consiliari, al Comitato promotori dei referendum consultivi, d’iniziativa popolare e/o abrogativi, alla Commissione per i referendum. Comunicazione dell’indizione dei referendum, con copia dei relativi provvedimenti, viene inviata dal Sindaco al Prefetto, per quanto di competenza dello stesso.
4. Entro il quarantacinquesimo giorno precedente quello stabilito per la votazione, il Sindaco dispone che siano pubblicati manifesti con i quali sono precisati:
a) Il testo del quesito o dei quesiti sottoposti a referendum;
b) Il giorno e l’orario della votazione;
c) Le modalità della votazione;
d) L’avvertenza che il luogo della votazione è precisato nel certificato elettorale;
5. Il manifesto è pubblicato negli spazi per le pubbliche affissioni e, ove necessario, in altri spazi prescelti per l’occasione, in numero di copie pari almeno al doppio delle sezioni elettorali. L’affissione del manifesto viene effettuata entro il 45° giorno precedente la data della votazione e viene integrata, per i manifesti defissi, distrutti o non leggibili, entro il 10° giorno precedente la data suddetta.
6. Due copie del manifesto sono esposte nella parte riservata al pubblico della sala ove ha luogo la votazione.
7 Nel periodo di cui al comma 1 deve essere diffuso, a cura e spese dell’Amministrazione comunale, un opuscolo informativo inviato a ciascuna famiglia nel quale, assegnando il medesimo spazio di almeno una pagina, vengano rappresentate le ragioni insindacabili dei favorevoli e dei contrari, a condizione che i contenuti non contrastino con norme penali.
3 – Individuazione dei tre rappresentanti per la  proposta di proposta di iniziativa popolare
Dario Rinco
Giulio Vanzati
Dario Eliano Sironi
4 – Domicilio e recapito di un referente
        Dario Rinco via Sacco e Vanzetti 59 Sesto San Giovanni
 I sottoscritti firmatari residenti nel comune di Sesto S.G. esprimono il consenso e sono a conoscenza del fatto che i propri dati personali saranno trattati nel rispetto della normativa sul trattamento dei dati personali. Sono altresì informati del loro diritto, in forza dell’art. 13 della  legge 30.06.2003, n. 196, di ottenere la conferma dell’esistenza di tali dati, la cancellazione, la anonimizzazione, il blocco, l’aggiornamento, la rettificazione o l’integrazione dei medesimi, nonché della facoltà di opporsi gratuitamente al trattamento dei dati. Sono altresì informati del fatto che il titolare dei dati è Dario Rinco via Sacco e Vanzetti 59 – Sesto San Giovanni.
(Firme di cittadini sestesi che appoggiano l’iniziativa)


Aggiornamento del post


Il Sindaco di Sesto San Giovanni (Milano), per quanto appreso da questa notizia (v. il mio commento in attesa di moderazione sotto all'articolo) è un altro che ha capito molto della Costituzione italiana.
Questo è ciò che ha scritto in risposta all'associazione che aveva presentato ed illustrato la proposta all'amministrazione (v. paragrafo 5 pagina 1 della lettera di risposta del Sindaco).


Ulteriore aggiornamento del post

La risposta dell'associazione con l'organizzazione di una conferenza stampa

Aggiornamento del 23 aprile 2013

Dopo la conferenza stampa dell'associazione un ottimo articolo

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