domenica 12 maggio 2013

Comma 3 art. 8 Dlgs 267/00 - Istanze, petizioni, proposte e referendum

Estrapolo il contenuto di cui al comma 3 dell'articolo 8 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 - intitolato "Partecipazione popolare".

Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonché procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresi, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresi, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.

Analisi grammaticale:

Suddividiamo il suddetto comma in periodi.

Primo periodo:Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonché procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresi, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame.

Secondo periodo:Possono essere, altresi, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.

Se la legge è scritta in italiano e gli amministratori locali (consiglieri comunali, provinciali e regionali) si ritengono più edotti e più adatti quindi a legiferare e/o ad applicare leggi e regole, da questi due periodi separati dal PUNTO (.), si dovrebbe convenire che:

Le istanze, le Petizioni e le Proposte possono essere presentate anche da UN solo cittadino, quindi a FIRMA UNICA.

I Referendum (richiamati nel periodo successivo, ovvero dopo il punto che lo separa dal precedente periodo) possono essere presentati da un adeguato numero di cittadini (numero imprecisato e quindi da definirsi - forse in base alla popolazione residente).

A livello nazionale, ovvero nella Costituzione italiana, le Istanze non sono contemplate, le Petizioni sono contemplate (art. 50) senza alcun numero di sottoscrizioni, e le proposte di legge di iniziativa popolare sono contemplate (art. 71 comma 2) con la sottoscrizione di almeno 50.000 elettori.


I referendum: abrogativo (art. 75 cost.) e costituzionale (confermativo - art. 138 cost.) con 500.000 sottoscrizioni.

Lo Statuto di un Comune che richiede un qualsiasi numero di sottoscrizioni per la presentazione di istanze, petizioni e proposte è in contrasto con la legge, poiché la richiesta di un adeguato numero di cittadini (firme) è prevista solo per i referendum.

Eventuale Regolamento attuativo richiamato dallo Statuto sulla partecipazione popolare, che richiede un numero di firme per quanto concerne le Istanze, le Petizioni e le Proposte è in contrasto con lo Statuto qualora questo non le preveda poiché lo Statuto ha valenza maggiore del regolamento poiché è paragonabile alla Costituzione dell'ente locale (Comune, Provincia e Regione).

Se poi l'eventuale Regolamento richiamato dallo Statuto, che indica le modalità di utilizzo degli istituti di partecipazione popolare di cui al citato comma 3 del suddetto articolo di legge, non è ancora stato deliberato entro ragionevoli termini o entro i termini indicati nello Statuto stesso, l'amministrazione sta violando la legge poiché come può "garantire un tempestivo esame" ... se non permette ai cittadini di presentare Istanze, Petizioni e Proposte ?

Mi rendo conto che agli "eletti" dia molto fastidio l'ingerenza dei cittadini ma l'art. 1 della nostra legge fondamentale recita chiaramente che la sovranità appartiene ai cittadini (e non a rappresentanti eletti da questi, e neppure che la esercita attraverso rappresentanti eletti) e che la legge è legge e va rispettata (questo è quanto dicono a me quando critico una legge che mi fa schifo).

Esiste forse qualche regola che esonera gli amministratori pubblici/eletti dal rispettare la legge ?
Che io sappia no ... anzi ... gli artt. 3, 28 e 54 mi fanno pensare l'esatto contrario.

Trasmettete questo post alla stampa o a qualsiasi media ... vedrete se vi risponderà o se lo pubblicherà :-) :-) :-)

Sentilo in formato Audio



P.S.
Sia ben chiaro che anche gli italioti hanno fatto/fanno la loro parte ... infatti essere italiota significa:
Sbraitare e lamentarsi quando tolgono o modificano le leggi (per togliere diritti) ... ma quando queste leggi ci sono non le usano neppure se gliele spieghi parola per parola !



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