mercoledì 12 giugno 2013

Quorum Zero e firme via Internet a Bolzano ... ma...

Copio e incollo dalla fonte
la provincia di Bolzano è la prima provincia italiana ad aver introdotto il quorum zero nei referendum provinciali il 6-6-2013. Questo è molto importante perché Bolzano, (Sud Tirol – Alto Adige) è una provincia autonoma, quindi ha poteri molto più forti e vasti delle altre provincie italiane. I suoi atti sono chiamati infatti leggi provinciali. Ed ha un bilancio economico molto significativo. E’ in realtà un ente più forte e ricco ed autonomo di molte regioni italiane. Inoltre tutti i comuni che vi fanno parte ora non potranno più trovare giustificazioni per mantenere il quorum. E quindi ai 10 comuni del Sud Tirol che già oggi hanno quorum zero o al 10%, ben presto se ne aggiungeranno centinaia di nuovi. Diventerà una piccola isola di democrazia in Italia.
Ma non tutto è oro quello che luccica. Quest’ultimo atto della SVP, realizzato a pochi mesi delle elezioni di ottobre 2013, grazie alla pressione costante della Iniziativa Più Democrazia di Bolzano negli ultimi 18 (DICIOTTO) anni, in realtà non è la migliore delle leggi possibili sulla democrazia diretta, ma nasconde insidie significative. Ecco quanto scrive l’amico Thomas Benedikter.
La nuova legge provinciale sulla partecipazione referendaria dei cittadini
È caduto il quorum, ma non la diffidenza della SVP nei cittadini
La nostra provincia ora è la prima realtà territoriale in Italia che si è congedata dal quorum di partecipazione nei referendum. Ciò che sembrava essere regola ferrea, imposta dalla Costituzione, ciò che ha fatto strage fra tante votazioni referendarie a tutti i livelli, è superato. Bisogna darne atto alla SVP che hanno capito che questo meccanismo nefasto mortifica il buon funzionamento della democrazia diretta. Pure occorre riconoscere un’altra innovazione interessante. In base alla nuova legge si potrà firmare le proposte popolari per via elettronica. Ciò non esiste da nessuna parte in Italia, solo per l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE), ma questa in fondo è solo una petizione di massa, che non porta ad un referendum.
Benché ci fossero altri elementi positivi, in generale la SVP con questa legge non è riuscita a fare uno strappo nel suo atteggiamento di diffidenza nei confronti dei cittadini quando osano avviare iniziative autogestite. La democrazia diretta classica si basa su due strumenti principali il referendum propositivo con cui i cittadini possono proporre una loro soluzione al resto dell’elettorato, e il referendum confermativo per porre un veto contro atti voluti dalla Giunta o dal Consiglio che non sembrano accettabili dalla popolazione. La SVP ha peggiorato la praticabilità del primo, e ha semplicemente ignorato il secondo, cioè il referendum confermativo. Quest’ultimo, però, nei sistemi di democrazia diretta più evoluti, è quello più utilizzato dai cittadini che molto più spesso se ne avvalgono con successo. Forse è la paura della SVP che i cittadini possano bloccare con il loro buonsenso la libera gestione del potere da parte della maggioranza SVP, forse è questa strana diffidenza nei confronti dei cittadini e del mondo associazionista non controllato ad aver impedito alla SVP una scelta più coraggiosa e coerente con il suo nome (S-Volks-P).
Nel secondo strumento la SVP ha ripreso un modello di iniziativa popolare esistente in Baviera e altri Länder tedeschi che ha un “pregio”: introducendo due passaggi il referendum propositivo si trasforma in una corsa ad ostacoli estenuante, macchinosa. Una trattativa lunga con il Consiglio provinciale in cui ogni proposta affronterà un muro di gomma o sarà stravolta, ricotta e girata per poter poi essere presentata come meravigliosa soluzione di compromesso per evitare il referendum. Già arrivarci è comunque improbabile per la maggior parte delle istanze legittime. Raccogliere prima 8.000 firme solo per il diritto di poter dialogare con il Consiglio, poi ancora 26.000 firme per poter indire una votazione referendaria in soli due mesi (sommando sono 34.000 firme, quasi il 10% degli aventi diritto al voto) equivale ad una tattica di logoramento per scoraggiare i movimenti civici, non per promuovere la partecipazione.
Non parliamo di altre trappole disseminate nel testo della nuova legge, che rendono il bicchiere neanche mezzo pieno. Riaffermiamo che contro questa legge non c’è altro rimedio che il referendum abrogativo offerto dallo Statuto di autonomia. Sarà promosso sia dall’Iniziativa per più democrazia, sia dai partiti di opposizione. Almeno la SVP ha avuto il coraggio di uscier allo scoperto con questa legge prima della scadenza della legislatura, mantenendo una promessa, e quindi di misurarsi con tutto l’elettorato nel gennaio/febbraio prossimo. Nel dibattito finale al Consiglio la SVP stessa non l’ha presentata come grande conquista, ma come un compromesso: ma da quando i cittadini dovrebbero fare compromessi con i loro rappresentanti: sono avversari, sono nemici?
Thomas Benedikter
Questo il comunicato stampa inviato dall’associazione Iniziativa Più Democrazia di Bolzano
Ora via al referendum contro la legge SVP che rende impraticabile la partecipazione:
è l’ultimo passo verso un buon regolamento della democrazia diretta!

L’Iniziativa per più democrazia rileva con stupore che il gruppo consiliare della SVP ha varato ora, nel ultimo scorcio della legislatura e con i soli propri voti, la propria legge sulla democrazia diretta. Questo è veramente inaccettabile! Qui infatti non abbiamo a che fare con una qualsiasi legge, ma con una legge che stabilisce le norme che regolano l’altrà metà della democrazia, quella diretta: una tale legge richiederebbe un consenso allargato e non dovrebbe esprimere l’idea di un solo partito. Il vertice della SVP da molto tempo sa benissimo che a questa sua proposta non manca solo ogni consenso all’interno del Consiglio ma anche di quella parte della società civile che negli anni passati ha approfondito la materia. Non si capisce inoltre perché l’attuale gruppo consiliare SVP abbia voluto impegnare con tale legge, da difendere nel referendum, la nuova formazione che uscirà dalle elezioni, ben sapendo che, con l’uscita di scena di Luis Durnwalder, si aprirebbero nuove prospettive per affrontare la materia.
L’Iniziativa per più democrazia non nasconde la sua soddisfazione per il fatto che la propria contrarietà al disegno di legge SVP possa aver contribuito alla chiusura totale verso la legge stessa non solo di tutta l’opposizione in Consiglio ma anche del partner di coalizione della SVP. L’Iniziativa considera un atteggiamento ipocrita e di basso profilo la svalutazione che alcuni esponenti del gruppo consiliare SVP hanno fatto sul mancato consenso alla legge da parte di tutti gli altri partiti, giudicato non di contenuto ma già parte della campagna elettorale. In realtà la valutazione dei partiti di opposizione coincide con quella dell’Iniziativa per più democrazia che, in quanto organizzazione di volontariato apartitica, non ha alcun scopo elettorale: essa esprime il suo giudizio negativo basandosi su conoscenze ed esperienze acquisite attraverso la trattazione di tale materia da quasi due decenni! Gli attivisti e sostenitori dell’Iniziativa con il proprio impegno non hanno altro da guadagnare che la certezza di impegnarsi a favore di una politica più sensata e ragionevole e non hanno da “perdere” altro che il loro tempo che si vedono costretti di dover impegnare in questi anni per contrastare l’atteggiamento tanto ostile quanto ottuso e chiuso dell’SVP.

Contro questa legge ora non rimane che promuovere il referendum: questo referendum è un’opportunità data ai cittadini dallo Statuto di Autonomia solo in riferimento alle leggi fondamentali con le quali vengono stabilite le regole della democrazia.
Il voto referendario si svolgerà probabilmente in gennaio del 2014. In questo caso non è previsto un quorum di partecipazione e decideranno coloro che si recheranno alle urne.
Sarà un’ulteriore esperienza importante per i cittadini della nostra provincia poter decidere per la prima volta in assoluta sull’entrata in vigore o meno di una legge varata dal Consiglio. L’Iniziativada anni si batte affinché ai cittadini sia data tale possibilità, non solo in casi d’eccezione come questo, ma ogni qualvolta essi lo ritengano necessario e quindi di fronte ad una qualsiasi legge varata dal Consiglio o ad una delibera della Giunta con valenza provinciale. Sotto la pressione di un possibile referendum l’attività legislativa sarebbe costretta a tenere maggiormente in considerazione le aspettative dei cittadini e risulterebbe qualitativamente migliore. Ma è proprio questo diritto di controllo diretto che la dirigenza della SVP, con la sua legge, preclude ai cittadini!
Se nel referendum i cittadini respingeranno questa legge nella prossima legislatura l’SVP sarà costretta ad accettare finalmente una regolamentazione della materia che sia veramente praticabile e condivisa. A tale scopo in aprile 2014 l’Iniziativa ripresenterà al voto la propria proposta di legge sulla democrazia diretta, frutto di uno studio approfondito e di un ampio dibattito all’interno della società civile.

Qui il link della provincia di Bolzano sulla Legge Partecipazione Civica in Alto Adige, approvata il 06-06-13
http://www.landtag-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=427707
Qui sotto l’ultimo testo disponibile della legge, quello approvato. La data di inizio discussione è agosto 2011. Due anni dopo, 4 mesi prima delle votazioni provinciali è stata approvata. Qui il testo in pdf.

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